mercoledì 13 maggio 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/66: porto il tuo cuore con me (lo porto nel mio cuore)


Il risveglio in un giorno nuovo, piove ed è nuova anche la pioggia.
Le foglie dell’albero bellissimo brillano e riflettono scampoli di cielo.
Osservare il mondo da una finestra e decidere che questo angolo è un osservatorio privilegiato.
Farne un osservatorio assoluto, come se tutto il mondo potesse transitare agli angoli delle due strade e dare da sé un senso al camminare inarrestabile.
Decidere le cose da portare in questo viaggio e arrendersi a una lista di Borges:

Dormivi. Ti sveglio.
Il gran mattino reca l'illusione di un inizio.
Avevi dimenticato Virgilio. Sono qui gli esametri.
Ti porto molte cose.
I quattro elementi dei greci: la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria.
Un solo nome di donna.
L'amicizia della luna.
I chiari colori dell'atlante.
L'oblio, che purifica.
La memoria che sceglie e che riscrive.
L'abitudine che ci aiuta a sentirci immortali.
Il quadrante e le lancette che dividono l'inafferrabile tempo.
La fragranza del sandalo.
I dubbi che chiamiamo, non senza vanità, metafisica.
Il manico del bastone che la tua mano attende.
Il sapore dell'uva e del miele.


Non ho molto altro da aggiungere a questo bagaglio che non è leggero, Borges non è poeta della leggerezza ma dell’intensità e intensa è questa finestra e intenso il tuo sguardo che non vedo ma sento con me.
Terra, acqua, fuoco e aria. Non occorre altro per creare questo mondo nuovo e quel che ci portiamo da quello vecchio che sta in bilico tra l’oblio che addolcisce e la memoria che ribadisce.
Ci sarà tempo per decifrare l’alfabeto di questo mondo nuovo per inventare parole che possano dire allo stesso tempo la fiamma del desiderio e la dolcezza di un corpo addormentato dopo l’amore.
Lascio la finestra aperta perché l’odore della pioggia possa mescolarsi all’odore dei libri, dal fondo della strada profumano più che mai i gelsomini.
Tutti i sensi sono all'opera e il mondo è dentro e fuori di me allo stesso tempo e la pura gioia dell’esistenza mi invade e dalle mie mani sgorgano scintille e corsi d’acqua che vanno a cercare le terre ancora oscure divorate dalla sete.
La cosa più importante, però, non me l’ha ricordata Borges, ma un altro poeta che si firmava con le minuscole e che ci dice cosa davvero portare nel nostro cuore.

porto il tuo cuore con me (lo porto 
nel mio cuore) sempre con me (ovunque 
io vada, ci sei anche tu, amore, e qualunque cosa 
io faccia è opera tua mia cara)
non temo
il destino (perché sei tu il mio destino, tesoro) non desidero
il mondo (perché sei tu, il mio mondo bellissimo, mio vero amore) 
e sei tu quel che la luna ha sempre voluto dirmi 
e quello che il sole vuole cantare, sei tu

questo è il segreto più profondo che nessuno conosce
(questa è la radice di tutte le radici e il germoglio di tutti i germogli
e il cielo dei cieli di un albero chiamato vita, che cresce
più alto di quanto l'anima possa mai sperare o la mente nascondere)
ed è la meraviglia che separa le stelle

porto il tuo cuore (lo porto nel mio cuore) 

e.e. cummings


i carry your heart with me(i carry it
in my heart)i am never without it(anywhere
i go you go,my dear; and whatever is done
by only me is your doing,my darling)
                                                      i fear
no fate(for you are my fate, my sweet)i want
no world(for beautiful you are my world,my true)
and it’s you are whatever a moon has always meant
and whatever a sun will always sing is you

here is the deepest secret nobody knows
(here is the root of the root and the bud of the bud
and the sky of the sky of a tree called life;which grows
higher than soul can hope or mind can hide)
and this is the wonder that's keeping the stars apart


i carry your heart(i carry it in my heart)


la poesia di J.L. Borges si intitola Diritto e la si trova nella raccolta 

La cifra
Opere - Meridiani volume secondo
a cura di Domenico Porzio
Mondadori 1985

Anverso

Dormías. Te despierto.
La gran mañana depara la ilusión de un principio.
Te habías olvidado de Virgilio. Ahí están los hexámetros.
Te traigo muchas cosas.
Las cuatro raíces del griego: la tierra, el agua, el fuego, el aire.
Un solo nombre de mujer.
La amistad de la luna.
Los claros colores del atlas.
El olvido, que purifica.
La memoria que elige y que redescubre.
El hábito que nos ayuda a sentir que somos inmortales.
La esfera y las agujas que parcelan el inasible tiempo.
La fragancia del sándalo.
Las dudas que llamamos, no sin alguna vanidad, metafísica.
La curva del bastón que tu mano espera.
El sabor de las uvas y de la miel.

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