Le spiagge piatte dell’Adriatico marchigiano con il Monte
Conero in alto verso nord, le spiagge pugliesi di dune di sabbia, vongole e
piccoli pesci vicino a riva e poi gli scogli della costiera giù fino al tacco
d’Italia, le morbide spiagge della Calabria Ionica e quelle, un tempo più
selvagge, di quella tirrenica. La bellezza mozzafiato degli scogli siciliani di
Aci Trezza e Aci Castello, la sabbia dorata di Cefalù. La costiera amalfitana e
quella laziale. La Toscana e l’adorata Liguria da Levante a Ponente. Compilando
l’ennesima lista tra i miei luoghi preferiti ci sono sempre località marine con
relative spiagge. Dal Ponente ligure sono scesa fino alla Costa Azzurra e giù
per il Golfo del Leone fino a Colliure e su per i Pirenei e i Paesi Baschi
francesi, Biarritz e Bayonne, Saint-Jean de Lutz. E a salire la magnifica Dune
de Pylat in Gironda, che è la più alta duna d’Europa. E le partenze in
traghetto per Irlanda e Gran Bretagna e con una capriola tornare nell’alto
Adriatico a Trieste e poi in Croazia nell’isola di Lussino. Le isole greche,
Kastell Orizo e Folegandros e Paros; e le isole minori italiane Eolie ed Egadi;
Lampedusa e Pantelleria. E di un nuovo un salto verso l’atlantico bretone con le
isole di Ouessant e Belle-Île… (continua)
L’arcipelago della mia memoria è costellato da isole e
spiagge, estuari e delta dei fiumi, laghi e torrenti. Mi piacerebbe riuscire a scrivere
dei micro-racconti per ognuno di questi luoghi.
Vorrei scrivere del perché il mare non è l’oceano, perché oceanico
è un aggettivo che ci sovrasta e travolge, che evoca l’infinito e le profondità,
mentre marino riporta alla mente una piacevole brezza e porti sicuri. Il Mar
Mediterraneo è per me un universo raccolto e compiuto, pieno di vita e di
speranza, così come di mistero e naufragi.
Per questa sera mi congedo con un frammento di lettera che
Rilke scrisse alla poetessa russa Marina Cvetaeva, dove l’oceano è metaforico, perché
un sentimento oceanico è qualcosa che tutti abbiamo conosciuto.
“Ho aperto l’atlante
(per me la geografia non è una scienza, ma un insieme di rapporti di cui mi
affretto ad approfittare) ed ecco, tu sei già segnata nella mia mappa
interiore: da qualche parte fra Mosca e Toledo, ho creato uno spazio per
l’impeto del tuo oceano.”
Tratta dall’epistolario a tre
Rainer Maria Rilke - Marina Cvetaeva - Boris Pasternak
Il settimo sogno. Lettere 1926
Editori Riuniti 1980
edizione italiana a cura di Serena Vitale
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