Tutto il mondo si prepara al temporale, le foglie nuove
arricciano i bordi, gli uccellini si nascondono nei nidi, nessuna rondine
sfreccia nel cielo.
Potremmo correre a ripararci in casa se già non fossimo
tutti al riparo, dalla pioggia, dal virus, dal male.
La pioggia di primavera ha un gusto diverso perché non porta
in sé la pesantezza della neve invernale che preme per cadere sulla terra, non
porta in sé la malinconica danza che accompagna le foglie della stagione
conclusa, non porta in sé la sete implacabile che ha fatto impazzire i girasoli
di luce.
Ha mani delicate questa pioggia improvvisa e disseta i
campi, lava le strade e i tetti, poi esplode.
Anche i tuoni primaverili hanno un suono diverso, non hanno
le ambizioni di quelli estivi e sanno di essere di passaggio, un suono provvisorio
che non ruberà la scena al canto gioioso degli uccellini sui rami, sa che le
api sanno aspettare per poi tornare a danzare intorno ai fiori, così si
sbrigano a completare l’esibizione e come sono venuti se ne andranno.
È pericoloso il mondo in questa primavera di richiami, la
stagione della rinascita, della rinascita.
Il prefisso “ri” ci narra che una nascita ci è già stata,
che una morte è già avvenuta.
In questa circolarità della nuda vita, le stagioni danzano
in cerchio come fanciulle e chiamano alla danza anche noi creature mortali e
spaventate.
Ci sarà una fuga verso la terra della salvezza, ci sarà una
morte da cui faremo ritorno solo per testimoniarla, ci sarà una resurrezione
eterna che tenderà la mano a questa nostra primavera.
Soprattutto sapremo che ogni temporale si trasforma in
pioggerellina e poi smette.
Sapremo la resurrezione della domenica di Pasqua.
Sapremo che la stagione invernale non ha polverizzato i doni
che hai lasciato sul mio tavolo, le prove generali del tuo ritorno.
Del ritorno del tuo amore che non conosce stagioni.
Perché in ogni passione avvengono prodigi.
Le noci e il
melograno
ancora intatti sul tavolo,
due parole opposte che si
attraggono, le sto cercando
quercia e pietra uniche
a sfidare il tempo
troppo simili nella pervicacia
meglio la pioggia e il vento
che passano e non sanno
il sollievo della sosta.
Così saranno la quercia
e il vento i primi opposti
e la pietra con la pioggia
ad accompagnare ogni ricordo
che avrai lasciato, ogni parola
che avrò perduto.
In ogni passione avvengono
prodigi.
Elena Petrassi
Scrivere il vento
prima poesia della sezione
Sipario di un giorno d'estate
Atì editore 2016
ancora intatti sul tavolo,
due parole opposte che si
attraggono, le sto cercando
quercia e pietra uniche
a sfidare il tempo
troppo simili nella pervicacia
meglio la pioggia e il vento
che passano e non sanno
il sollievo della sosta.
Così saranno la quercia
e il vento i primi opposti
e la pietra con la pioggia
ad accompagnare ogni ricordo
che avrai lasciato, ogni parola
che avrò perduto.
In ogni passione avvengono
prodigi.
Elena Petrassi
Scrivere il vento
prima poesia della sezione
Sipario di un giorno d'estate
Atì editore 2016
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