Mi è
diventato chiaro solo stamane che nella Cronaca precedente ho saltato un
passaggio fondamentale che appartiene al moto dell’animo noto come “del furore
dell’avere libri”.
Se un devoto
colleziona immaginette e visite le reliquie, noi lettori furiosi collezioniamo
libri a prescindere dalla loro lettura.
I libri sono
le reliquie laiche residuo di un mondo che, anche se secolarizzato, non può
fare a meno di una forma di trascendenza, di un “altrove” che ha radici nel
“qui”, un altrove che si concretizza nella Biblioteca di Babele di Borges,
immaginaria ma altrettanto reale per chi ne legge, e nelle biblioteche
personali dei posseduti dal furore di avere libri, soprannominati anche
“libridinosi”, neologismo attestato dalla Treccani online dal 2008.
Ho visto più
volte il video in cui Umberto Eco passeggia nell’appartamento che ha
trasformato in biblioteca personale, ho avuto la fortuna di vedere di persona
la mitologica biblioteca di Giuseppe Pontiggia nella sua casa milanese di via Farneti.
In rete ci sono molte fotografie che la mostrano e leva il fiato anche così,
dal vivo era come muoversi in un sogno.
Le biblioteche
romanzesche non sono poche. I lettori più giovani conosceranno soprattutto
quella di Harry Potter a Hogwarts, ma io preferisco tornare a gironzolare nella
biblioteca del professor Kien in Autodafé
di Elias Canetti che si muoveva sempre con almeno due libri in tasca. Abitudine
che ho trovato notevole da quando ho letto il romanzo e quindi ho sempre almeno
due libri con me ovunque io vada. Potrei sempre trovare il tempo di leggere
durante un blocco della metropolitana o del tram, o in coda al bar, in posta o
al ristorante.
Nella sua autobiografia
Canetti racconta della passione smodata per i libri e l’intensa attività di compravendita
di libri usati che gli permetteva di mangiare nei periodi di ristrettezze
economiche. Ho rinunciato a provare a vendere i libri che non mi interessano
più, forse perché ho preso coscienza di non essere immortale e che quindi un
giorno mi dovrò separare da tutti i libri, pensiero che mi rattrista non poco,
la maggior parte viene rifiutata dai librai dell’usato qui a Milano, quindi li
porto nella mia biblioteca di quartiere e quelli che non interessano ai
bibliotecari e alla biblioteca finiscono, come credo di aver già raccontato, sul
davanzale del book crossing dove, di tanto in tanto, ho la tentazione di
prendere qualcosa e non solo di lasciare.
Mendel dei libri è un piccolo, denso, imperdibile librino
di Stefan Zweig, altro scrittore che siede nel mio umano Olimpo degli scrittori
preferiti. Jakob Mendel è un venditore di libri usati che ha una prodigiosa
memoria, è lui stesso, quindi, una biblioteca umana anche se non ambulante,
visto che trascorre, sino al momento in cui si scopre che è ancora cittadino
russo durante la Grande Guerra, le sue giornate al Caffè Gluck.
Nei libri si
perde anche il giovane Malte di Rilke nei quaderni e si aggirano in me i
ricordi delle letture giovanili di Simone De Beauvoir e di Françoise Sagan che
ha letto la Recherche di Proust a
pancia in giù nel corso di un’estate indimenticabile; e anche le letture di
Virginia Woolf rapita dalla biblioteca paterna già giovanissima.
Così queste
divagazioni si collegano a quelle della Cronaca precedente e a quelle “del
ritratto dei libri nelle loro dimore”.
Noi siamo l’opera
finale, e mai conclusa, delle nostre letture e delle nostre biblioteche e delle
letture e delle biblioteche degli scrittori che amiamo, così giù in fondo nel
tempo.
Le prove
tangibili di queste relazioni, delle passioni che non si possono celare sono i
libri che collezioniamo, che leggiamo, che leggeremo, che teniamo anche se non
leggeremo.
Alcuni sono
prime edizioni, alcune prime edizioni autografate, alcuni prime edizioni
autografate con dedica: Amos Oz, Orhan Pamuk, Nadin Gordimer, Giuseppe
Pontiggia, Grazia Livi, Danilo Bramati, Milo De Angelis, Gianna Manzini, Guido
da Verona, Yves Bonnefoy, Fabio Pusterla, Ardengo Soffici, Erica Jong, Isabel
Allende, Nadia Fusini, Liliana Rampello, Nicola Gardini, Valerio Magrelli, Antonio
Prete, Edoardo Zuccato, Annalisa Manstretta, Dario Arkel, Camilla Miglio,
Giancarlo Montedoro, Michele Napolitano, Antonella Anedda, Marisa Bulgheroni… e
mi fermo perché per continuare dovrei andare a cercare nella mia biblioteca e
se lo faccio non finisco questa Cronaca.
I libri sono le
reliquie più vive del mondo, fondano il mondo, le religioni, la vita stessa.
Finiranno
come noi un giorno, quando l’universo imploderà o esploderà e le stelle
bruceranno ogni cosa.
Ma tanto noi
saremo nel Paradiso dei lettori con tutti i libri, tutti gli scrittori e i lupi
che vegliano su di noi.
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