martedì 21 aprile 2020

Cronache dall'anno senza Carnevale/44: postille a una specie di devozione tra santi e scrittori


Mi è diventato chiaro solo stamane che nella Cronaca precedente ho saltato un passaggio fondamentale che appartiene al moto dell’animo noto come “del furore dell’avere libri”.

Se un devoto colleziona immaginette e visite le reliquie, noi lettori furiosi collezioniamo libri a prescindere dalla loro lettura.

I libri sono le reliquie laiche residuo di un mondo che, anche se secolarizzato, non può fare a meno di una forma di trascendenza, di un “altrove” che ha radici nel “qui”, un altrove che si concretizza nella Biblioteca di Babele di Borges, immaginaria ma altrettanto reale per chi ne legge, e nelle biblioteche personali dei posseduti dal furore di avere libri, soprannominati anche “libridinosi”, neologismo attestato dalla Treccani online dal 2008.

Ho visto più volte il video in cui Umberto Eco passeggia nell’appartamento che ha trasformato in biblioteca personale, ho avuto la fortuna di vedere di persona la mitologica biblioteca di Giuseppe Pontiggia nella sua casa milanese di via Farneti. In rete ci sono molte fotografie che la mostrano e leva il fiato anche così, dal vivo era come muoversi in un sogno.

Le biblioteche romanzesche non sono poche. I lettori più giovani conosceranno soprattutto quella di Harry Potter a Hogwarts, ma io preferisco tornare a gironzolare nella biblioteca del professor Kien in Autodafé di Elias Canetti che si muoveva sempre con almeno due libri in tasca. Abitudine che ho trovato notevole da quando ho letto il romanzo e quindi ho sempre almeno due libri con me ovunque io vada. Potrei sempre trovare il tempo di leggere durante un blocco della metropolitana o del tram, o in coda al bar, in posta o al ristorante.

Nella sua autobiografia Canetti racconta della passione smodata per i libri e l’intensa attività di compravendita di libri usati che gli permetteva di mangiare nei periodi di ristrettezze economiche. Ho rinunciato a provare a vendere i libri che non mi interessano più, forse perché ho preso coscienza di non essere immortale e che quindi un giorno mi dovrò separare da tutti i libri, pensiero che mi rattrista non poco, la maggior parte viene rifiutata dai librai dell’usato qui a Milano, quindi li porto nella mia biblioteca di quartiere e quelli che non interessano ai bibliotecari e alla biblioteca finiscono, come credo di aver già raccontato, sul davanzale del book crossing dove, di tanto in tanto, ho la tentazione di prendere qualcosa e non solo di lasciare.

Mendel dei libri è un piccolo, denso, imperdibile librino di Stefan Zweig, altro scrittore che siede nel mio umano Olimpo degli scrittori preferiti. Jakob Mendel è un venditore di libri usati che ha una prodigiosa memoria, è lui stesso, quindi, una biblioteca umana anche se non ambulante, visto che trascorre, sino al momento in cui si scopre che è ancora cittadino russo durante la Grande Guerra, le sue giornate al Caffè Gluck.

Nei libri si perde anche il giovane Malte di Rilke nei quaderni e si aggirano in me i ricordi delle letture giovanili di Simone De Beauvoir e di Françoise Sagan che ha letto la Recherche di Proust a pancia in giù nel corso di un’estate indimenticabile; e anche le letture di Virginia Woolf rapita dalla biblioteca paterna già giovanissima.

Così queste divagazioni si collegano a quelle della Cronaca precedente e a quelle “del ritratto dei libri nelle loro dimore”.

Noi siamo l’opera finale, e mai conclusa, delle nostre letture e delle nostre biblioteche e delle letture e delle biblioteche degli scrittori che amiamo, così giù in fondo nel tempo.

Le prove tangibili di queste relazioni, delle passioni che non si possono celare sono i libri che collezioniamo, che leggiamo, che leggeremo, che teniamo anche se non leggeremo.

Alcuni sono prime edizioni, alcune prime edizioni autografate, alcuni prime edizioni autografate con dedica: Amos Oz, Orhan Pamuk, Nadin Gordimer, Giuseppe Pontiggia, Grazia Livi, Danilo Bramati, Milo De Angelis, Gianna Manzini, Guido da Verona, Yves Bonnefoy, Fabio Pusterla, Ardengo Soffici, Erica Jong, Isabel Allende, Nadia Fusini, Liliana Rampello, Nicola Gardini, Valerio Magrelli, Antonio Prete, Edoardo Zuccato, Annalisa Manstretta, Dario Arkel, Camilla Miglio, Giancarlo Montedoro, Michele Napolitano, Antonella Anedda, Marisa Bulgheroni… e mi fermo perché per continuare dovrei andare a cercare nella mia biblioteca e se lo faccio non finisco questa Cronaca.

I libri sono le reliquie più vive del mondo, fondano il mondo, le religioni, la vita stessa.

Finiranno come noi un giorno, quando l’universo imploderà o esploderà e le stelle bruceranno ogni cosa.

Ma tanto noi saremo nel Paradiso dei lettori con tutti i libri, tutti gli scrittori e i lupi che vegliano su di noi.

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