Il giorno dopo è l’inizio di una nuova storia, forse di una nuova era. Com’è silenziosa la città mai più silenziosa, quanta malinconia provano i lampioni? Più per la luce o più per il buio? Ci sono poche persone a passeggio, un paio di coppie di anziani, una coppia con un passeggino e un’altra con una bimba che avrà un paio d’anni. All’improvviso la strada curva verso destra e mi ritrovo a camminare ai piedi delle Montagne della Nebbia, il luogo della mia anima che non ho frequentato, tanto quanto avrei voluto in questi ultimi mesi. Seguo il sentiero che porta sino alla spiaggia per respirare l’aria salata e lasciarmi incantare dalle onde quiete che cantano sempre la loro canzone. Se mi giro, vedo le cime delle Montagne, maestose e imbiancate, ma così lontane da sembrare un sogno. Ritorno sui miei passi e i miei amici lupi mi raggiungono correndo e saltando come fanno ogni volta che ci incontriamo. Quando entro nel giardino vedo il fumo che esce dal camino, luci piccole che illuminano i tavoli da lavoro, gli altri abitanti della casa sono tutti intenti a scrivere, immagino e penso che voglio farlo anch’io. Nella grande stanza di soggiorno non c’è nessuno, in cucina trovo Roxanne la badessa che sta preparando una zuppa, ma sul tavolo ci sono carta e penna. Mi fermo con lei, non abbiamo poi tante cose nuove da raccontarci, visto che in qualunque mondo ci parliamo spesso. Sbuccio un mandarino, butto un po’ di legna nella cucina economica e attizzo il fuoco nel camino. Si sta bene in questa stanza e lascio che oggi sia il fuoco a parlare con me.
Del
silenzio e della neve
Non è mai la stessa forma,
cambia il fuoco in ogni
lingua, cambia ogni lingua
nella parola che l’ha chiamata.
Tace il fuoco e parla nella
quiete prima che il legno
inizi a crepitare e ci distragga
da questo silenzio rotondo e
perfetto. La fiamma è chiara
al centro, chiara come ogni
ricordo che non abbiamo scelto,
come ogni amore che non è
mai finito. Come, come, come
proseguire questo elenco di
mancanze e ripetizioni?
Guardo il fuoco come se mai
lo avessi visto. Forse è proprio
così, forse è lo sguardo nuovo
che rende nuova ogni cosa e
l’attesa. Del silenzio, della neve,
dei tuoi passi sul sentiero, non
solo nel mio ricordo.
Quando sono seduta a questa tavola la Musa
della poesia trova sempre la strada per raggiungermi. È caldo tutto intorno e
dentro, fuori è silenzio e la neve inizia a scendere e noi siamo insieme
sempre, ovunque tu sia, qualunque cosa tu stia facendo.
Oggi è domenica 26 dicembre del secondo anno
senza Carnevale e questa Cronaca 658 pisola già accanto al fuoco mentre io
inizio a scrivere una storia nuova.
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