mercoledì 15 dicembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/647. Cucire vestiti nuovi può diventare un gesto d’amore?

 



 

Storie dell’Avvento/8. Dove Giorgio Strehler si trasforma in David Bowie

 

Come fu e come non fu, si erano addormentati tutti intorno al tavolo. Emma fu la prima a svegliarsi e attizzò il fuoco, perché il calore nella stanza stava scemando. Poi andò a svegliare i suoi ospiti, accompagnò lo gnomo senza nome in camera e il Signor Buio sulla poltrona davanti al fuoco. In effetti era cambiato qualcosa in lui, era diventato più solido, più consistente.

Il mattino dopo il Signor Buio non era scappato come ogni giorno a nascondersi in un angolo, era rimasto in poltrona a guardare la miracolosa metamorfosi che si era compiuta. Non era più evanescente, multiforme, aveva sembianze umane e mani, braccia, un petto, delle spalle e una schiena. Aveva cosce forti e gambe lunghe, un sorriso che gli piaceva immaginare bello e capelli disordinati che gli ricadevano sulle spalle. Era ancora avvolto nel suo tabarro, l’abbigliamento tradizionale di tutti i Signori Buio della storia, me per la prima volta si rese conto di non avere niente sotto e in più sentiva lo stomaco brontolare per la fame. Ecco come si sentivano gli umani, allora! Mentre passava in rassegna il suo corpo nuovo di zecca a partire dalla pianta del piede destro per salire sino ai capelli e poi ricominciare dall’altro lato, lo gnomo senza nome si avvicinò per salutarlo. Ben pettinato, sbarbato e ben vestito, si pavoneggiava negli abiti nuovi che gli aveva cucito la vecchia pazza del giardino. Buio avrebbe voluto trovare il coraggio per chiederle di cucire anche per lui un abito, ma non ce ne fu bisogno. Perché lei arrivò con delle pezze di stoffa di diversi colori e di diversi tessuti. Anche a lui piaceva molto il velluto e glielo disse. “Sì, avevo pensato che il velluto potesse essere il tessuto adatto anche per te. Però quando ti guardo, così tutto nero, mi vengono in mente solo due modelli. O la tenuta pantaloni e maglione neri alla Giorgio Strehler o la tutina nera di Diabolik, ma non credo che nessuna delle due sia adatta per te”.

Buio cercò di ricordare i due personaggi cui Emma aveva alluso e le immagini che ricordò gli fecero convenire che per lui ci voleva qualcosa di diverso. La sarta misteriosa si avvicinò con il metro per prendergli le misure e gli fece cenno di alzarsi. Lo misurò per bene e molto soddisfatta andò a prendere la carta da pacco per tagliare il modello. Poi si rese conto che era ancora molto presto e che ancora non avevano fatto colazione. Così li invitò a tavola e servì il pane fresco tagliato a fette, la solita marmellata di arance e il burro grassissimo che lo gnomo adorava. Senza parlare fecero colazione e le due creature dell’immaginazione, la signora pazza non era ancora convinta che quei due fossero proprio veri e reali, sparecchiarono. Così lei poté disegnare e tagliare il cartamodello per l’abito nuovo del Signor Buio. Anche se tutto nero, all’improvviso aveva intravisto nei suoi lineamenti una grande somiglianza con David Bowie, soprattutto perché anche lui aveva un occhio azzurrissimo e l’altro marrone. Dopo avere tagliato il cartamodello, si avvicinò al curiosissimo Signor Buio e gli tagliò i capelli alla Bowie. Il vestito che aveva disegnato per lui era un classico completo anni Settanta, giacca doppio petto e pantalone largo, con camicia bianca e cravatta rossa e argento. L’abito era di velluto di lana e di uno squillante color verde smeraldo che faceva risaltare ancora di più gli occhi stranissimi di Buio. Ci mise tutto il giorno a tagliare e imbastire il vestito e così gli ospiti si occuparono della casa e dell’orto, cucinarono una zuppa squisita, passarono il tempo a giocare a briscola e a scacchi, dove spesso finivano in pareggio. Per la sera fecero abbrustolire della carne di maiale sul fuoco e scaldarono broccoli con peperoni secchi nell’olio di oliva bollente. Era un piatto tipico di una regione meridionale dell’Italia, dove la signora pazza pensava di avere vissuto in gioventù anche se non ne era certa. Anche quella sera si erano addormentati davanti al camino i due ospiti, mentre lei aveva finito l’imbastitura e dopo la prova, il giorno successivo avrebbe potuto cucire l’abito Bowie per il signor Buio. Non aveva mai messo in pratica le sue abilità sartoriali se non in maniera occasionale e scopriva, facendolo, che non solo le piaceva ma le faceva anche bene. Decise di non svegliarli e si ritirò in camera da letto, quella casa era diventata viva con gli strani uomini. Ma esistevano davvero? O erano solo frutto della sua mente sbalestrata?

 

Per questa sera, la sera di mercoledì 15 dicembre del secondo anno senza Carnevale, chiudiamo qui la nostra Cronaca 647 che ha già chiesto un abito alla Bowie anche per sé.

Nessun commento: