Dopo la breve e intensa trasferta fiorentina,
la città mai più silenziosa mi ha accolto dentro un miscuglio gelido di pioggia
e nevischio. Le luci di Natale adornano i palazzi, i mezzi pubblici sono
affollati, l’albero in piazza Duomo e quello in Galleria, gareggiano in
maestosità e luminosità. Quanto mi piacciono le luci di Natale, più invecchio e
più mi piacciono le festività dicembrine, il loro significato di speranza e
rinnovamento. Certo, le notizie dalla pandemia non sono mai buone, l’ultima che
ho letto è che prima o poi ci infetteremo tutti, ma l’impressione che ho è che
le persone abbiano appreso la dura convivenza con il virus e che desideri e
progettualità siano in forte risalita. Non si può vivere nella paura, non siamo
fatti per questo. Siamo fatti per la gioia e per il benessere, ognuno di noi li
cerca nei modi che più gli sono consoni e li appassionano. Per me questa
ricerca della gioia passa sempre attraverso i libri, la poesia, le storie. Ieri
ho iniziato a leggere le Lezioni di
letteratura di Nabokov e a inizio
settimana Tre anelli: Una storia di
esilio, narrazione e destino di Daniel Mendelsohn, due libri sulla
letteratura, gli scrittori e i libri che sto amando alla follia. Intanto cammino
molto, anche sotto la pioggia. Chiudo l’ombrello, abbasso la mascherina, tolgo
il berretto di lana con pon-pon e lascio che le gocce mi impregnino i capelli,
il viso, gli occhiali già appannati e in quell’abbraccio freddo dell’acqua
respiro fino in fondo e sento la vita che mi scorre veloce nelle vene e il
mondo si scompone e ricompone tra istanti e immagini e qualcosa di questa
giornata resterà in me anche grazie alla pioggia.
La
pioggia non è mai solo pioggia
Dentro la pioggia non ci sono
solo gocce, pollini e piume.
Dentro la pioggia ci sono
lacrime imprigionate e refoli
di vento prigionieri. Ci sono
cristalli di ghiaccio e pensieri,
un saluto al nuovo giorno, e
anche una domanda che non
ti ho mai fatto. Dentro questa
pioggia riposano le foglie
cadute, si affacciano i germogli
precoci, dentro la pioggia sta
tutta la speranza che il gelo
si trasformi in luce.
Oggi ho deciso di non scrivere una nuova Storia dell’Avvento, benché ci siano due personaggi che sono venuti a bussare alle porte della mia immaginazione. Ma mancano ancora parecchi giorni a Natale e ci sarà tempo anche per loro.
Oggi è venerdì 10 dicembre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 642 cammina leggera sotto la pioggia, senza cappello e senza ombrello.
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