mercoledì 8 dicembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/640. Vivere nella dimensione molteplice della visione, del ricordo e dell’immaginazione



La pioggia di Firenze, la neve di Milano accadono nello stesso momento ma io posso vedere solo una delle due. Come brillano i tetti antichi bagnati dalla pioggia, com’è bella Firenze anche quando piove. Camminare per le sue strade è camminare nella storia, respirare quell’aria fatta di tempo e bellezza che è tipica di questo luogo. Agli Uffizi, in una folla pre-pandemia, siamo riusciti a fermarci abbastanza tempo davanti ai quadri di Raffaello, Botticelli, Caravaggio, Leonardo, Michelangelo, Rembrandt e Rubens. Perché siamo così sensibili alla bellezza e quanto più i manufatti sono antichi tanto più ci emozionano e commuovono? Ho trovato straordinari anche i busti dei filosofi greci, mi sono fermata a guardare i profili, il naso, il taglio degli occhi, la bocca, i capelli, la barba. E ho avuto l’impressione che Aristotele stesse per iniziare a parlare. La pioggia è caduta per diverse ore nel pomeriggio, così quando siamo arrivati a Santa Croce, eravamo zuppi e infreddoliti, ma abbiamo fatto il giro delle tombe e di nuovo emozioni più grandi di me, mi hanno sovrastata. Alfieri e Foscolo si fanno compagnia da secoli, come Michelangelo e Galileo. Di cosa parleranno nelle notti senza luna, quando escono a passeggiare nel giardino e nel chiostro? Saranno nate altre opere immortali tra queste ombre? Opere che non vedremo e non leggeremo fino a che saremo intrappolati in questa realtà? Ogni città italiana porta con sé le storie degli artisti che vi hanno vissuto, l’hanno amata o detestata, abbandonata o rimpianta. Così, ancora immersa in tutta questa bellezza, mentre guardo la pioggia di Firenze, penso alla neve di Milano che non vedrò, al silenzio sovrannaturale che accompagna sempre la neve, allo scricchiolio dei passi, al fiato che si materializza, al fulgore di tutta l’aria intorno. E vivo nella dimensione molteplice della visione, del ricordo e dell’immaginazione. Ha smesso di piovere a Firenze, si può riprendere a camminare mentre la nuova sera si impadronisce di questa città che è uscita dal matrimonio di sogno e memoria.

Oggi è mercoledì otto dicembre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 640, ancora in trasferta, la seconda Cronaca in trasferta dall’inizio della pandemia, vuole tornare a guardare l’Arno e i ponti, la bellezza non basta mai. La fotografia l'ha scattata mio nipote Marco.

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