giovedì 2 dicembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/634. La via misteriosa è ornata di platani, aceri e storie ancora sconosciute

 

Ogni strada ha una storia d’amore con i suoi alberi e con le case. Sono poli-amorose le strade, perché amano con lo stesso ardore mattoni e foglie, cortili e cortecce, rami e tetti. Ogni via ha un suo spirito particolare, un’atmosfera che la rende unica e diversa rispetto a tutte le vie del borgo, o quartiere, cui appartiene. La mia via ha un sapore tardo ottocentesco in alcuni palazzi e inizio Novecento in altri. Gli alberi sono aceri ricci, platani e ippocastani. Anche le due vie che la incrociano godono degli stessi alberi, ma una ha palazzi di inizio Novecento e l’altra palazzi degli anni Sessanta. Da ragazzina, quando passavo nel quartiere per andare alle scuole superiori, la guardavo sempre e la chiamavo tra me e me “la via misteriosa”. Perché esercitava un’attrazione particolare, un desiderio di custodire il suo mistero e di continuare ad ammirarlo da lontano. Ricordo ancora la domenica pomeriggio di novembre, quando l’ho percorsa tutta per la prima volta e ho visto le rovine della grande fabbrica e il bosco spontaneo. Ho guardato a lungo anche la casa dove sarei andata ad abitare dopo qualche anno, cosa inimmaginabile quel giorno. Tra noi e i luoghi si crea sempre un legame, anche se ancora non li conosciamo. Forse perché ci abbiamo già vissuto, forse perché li abbiamo sognati o anche solo immaginati.

 


Gli alberi sono anime antiche

 

 

Mi fermo ogni giorno ad

ascoltare le chiacchiere

di aceri e cortili. Imparo

sempre storie nuove e

non mi stanco mai di

scoprire com’erano quelle

persone che si fermavano

all’ombra degli aceri durante

le loro passeggiate e scoppiavano

a ridere senza motivo. Lo fanno

ancora oggi, l’albero davanti

alla mia finestra è molto alto,

riconosce qualche bambino

nella camminata dell’adulto

che è diventato, sfiora ogni

fronte con un refolo di

vento e si prepara per

il passaggio delle generazioni.

Sono anime antiche gli alberi,

per questo sanno avere cura

dei nostri giovani e impazienti

cuori umani. Sono così antichi

i tronchi, che la linfa scorre come

miele e sangue, invisibile e

visibile nutrimento di api e poeti.

 

 

 

Quando cammino a lungo nella mia città, penso sempre che mi piacerebbe scrivere la storia di ogni quartiere a partire proprio dagli alberi e dai palazzi. Chissà quante storie ci sono ancora da scoprire. Oggi è giovedì 2 dicembre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 634 si è ornata di foglie secche per rendersi ancora più interessante ai miei occhi.

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