Storie dell’Avvento/14. Il re cervo e i lupi
Fuori era ancora buio, la neve scendeva fitta, il silenzio era assoluto. Un sogno l’aveva svegliata, un sogno marino, una spiaggia di sabbia rosa in un piccola isola del Mediterraneo.
La stufa era ancora tiepida, accese le luci
basse sulla cucina e alla scrivania, preparò il caffè e poi iniziò a scrivere e
il mondo intorno non esisteva più. Di tanto in tanto si fermava, chiudeva gli
occhi, faceva qualche esercizio per il collo, allargava le dita e le stirava.
Scriveva veloce come una dattilografa e le prime cartelle del racconto di
Natale erano pronte. Rimase con gli occhi chiusi ancora per un po’, ma poi li
aprì di colpo, c’era qualcuno fuori dalla finestra. Il mattino era entrato
nella sua fase finale, l’orso era passato a salutarla senza che lei se ne
accorgesse, come sempre, le impronte erano ancora ben visibili sulla neve
fresca. Ma non era la presenza dell’orso ad avere fatto scattare il suo sesto
senso. Fuori dalla finestra c’era un maestoso cervo bianco che la stava
fissando. La pelliccia si confondeva con il manto nevoso alle sue spalle. Aveva
occhi colore dell’ambra e il palco delle corna indicava un’età ragguardevole
per la sua specie. Guardandola negli occhi il cervo girò la testa verso destra
con un piccolo movimento, come se la stesse invitando a uscire. Si allontanò di
corsa e poi tornò, fermo nella stessa posizione e di nuovo le fece cenno di
uscire. La scrittrice infilò in fretta pantaloni imbottiti, stivali, giacca a
vento, cappello e occhiali da sole e si precipitò fuori. Il cervo bianco era
alto almeno due metri, le corna svettavano verso il cielo e il loro profilo si
confondeva con quello degli alberi spogli nella radura dietro la casa. Com’era
la leggenda del re cervo e della cacciatrice vergine? Si mise a ridere e lo
seguì senza chiedersi cosa stesse facendo. Non si allontanarono poi molto dalla
casa, avevano costeggiato il lago fino al capanno del vecchio Lee che ormai non
ci andava più da un sacco di anni. il cervo bramì e strofinò il muso nella
neve. Aveva voglia di giocare e lei lo accontentò mettendosi a correre in
direzione opposta a quella dove si trovava lui, che la inseguì. Quando lei si
fermò di colpo, lui fece altrettanto e scartò per non andarle addosso. Fu allora
che, dopo essersi inginocchiato nella neve, il re cervo si sollevò sulle due
zampe posteriori e aveva perso le sue sembianze di cervo e solo il re era
rimasto. Ricoperto da pelli di orso bianco e volpi artiche, aveva i capelli
così biondi da essere quasi bianchi, sovrastati dallo stesso palco di corna del
cervo maestoso. La guardò e sorrise, emise un lunghissimo ululato e dalla
foresta arrivò correndo un branco di lupi guidato da un maschio alfa nero e
bianco e con gli occhi rossi. Cosa diceva la leggenda del re cervo? Oggi era il
giorno del solstizio d’inverno, di questo era sicura. Cosa sarebbe accaduto? Quello
che accadeva sempre, il re si avventò sui lupi e li allontanò da lei. Il cervo
si fece sbranare, la notte era scesa veloce e mille fuochi rischiaravano la
neve. Nell’ombra di queste luci remote, il re e il cervo danzavano allo stesso
passo, il rito era compiuto, la notte aveva divorato la maggior parte del
tempo, la notte più lunga e una delle più sacre, si era stesa su tutto l’emisfero
settentrionale. Parker, così amava chiamarsi tra sé e se stessa, tornò nella
casa riscaldata e si sedette a scrivere nello stesso posto che aveva lasciato
qualche ora prima. Quanto era stato veloce il tempo? Quanto il cervo? Quanto la
luce? Quanto la sua creatività mentre scriveva? Il re cervo le aveva indicato
che doveva scrivere un’altra storia, non quella che aveva iniziato quel
mattino. Prese un foglio nuovo e iniziò a scrivere una diversa storia di
Natale.
Oggi è martedì 21 dicembre del secondo anno
senza Carnevale, giorno del solstizio d’inverno e dell’apparizione di un
animale che appartiene al mito e alle leggende. Cosa trarrà da questa visione
Parker, la nostra scrittrice e compagna di queste ore? Se lo chiede anche
questa Cronaca 653 che siede impaziente sul bordo della sedia in attesa di
ascoltare questa nuova storia.
Nessun commento:
Posta un commento