martedì 21 dicembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/653. Nel giorno del solstizio d’inverno tornano a splendere i miti

 


Storie dell’Avvento/14. Il re cervo e i lupi

 

Fuori era ancora buio, la neve scendeva fitta, il silenzio era assoluto. Un sogno l’aveva svegliata, un sogno marino, una spiaggia di sabbia rosa in un piccola isola del Mediterraneo.

La stufa era ancora tiepida, accese le luci basse sulla cucina e alla scrivania, preparò il caffè e poi iniziò a scrivere e il mondo intorno non esisteva più. Di tanto in tanto si fermava, chiudeva gli occhi, faceva qualche esercizio per il collo, allargava le dita e le stirava. Scriveva veloce come una dattilografa e le prime cartelle del racconto di Natale erano pronte. Rimase con gli occhi chiusi ancora per un po’, ma poi li aprì di colpo, c’era qualcuno fuori dalla finestra. Il mattino era entrato nella sua fase finale, l’orso era passato a salutarla senza che lei se ne accorgesse, come sempre, le impronte erano ancora ben visibili sulla neve fresca. Ma non era la presenza dell’orso ad avere fatto scattare il suo sesto senso. Fuori dalla finestra c’era un maestoso cervo bianco che la stava fissando. La pelliccia si confondeva con il manto nevoso alle sue spalle. Aveva occhi colore dell’ambra e il palco delle corna indicava un’età ragguardevole per la sua specie. Guardandola negli occhi il cervo girò la testa verso destra con un piccolo movimento, come se la stesse invitando a uscire. Si allontanò di corsa e poi tornò, fermo nella stessa posizione e di nuovo le fece cenno di uscire. La scrittrice infilò in fretta pantaloni imbottiti, stivali, giacca a vento, cappello e occhiali da sole e si precipitò fuori. Il cervo bianco era alto almeno due metri, le corna svettavano verso il cielo e il loro profilo si confondeva con quello degli alberi spogli nella radura dietro la casa. Com’era la leggenda del re cervo e della cacciatrice vergine? Si mise a ridere e lo seguì senza chiedersi cosa stesse facendo. Non si allontanarono poi molto dalla casa, avevano costeggiato il lago fino al capanno del vecchio Lee che ormai non ci andava più da un sacco di anni. il cervo bramì e strofinò il muso nella neve. Aveva voglia di giocare e lei lo accontentò mettendosi a correre in direzione opposta a quella dove si trovava lui, che la inseguì. Quando lei si fermò di colpo, lui fece altrettanto e scartò per non andarle addosso. Fu allora che, dopo essersi inginocchiato nella neve, il re cervo si sollevò sulle due zampe posteriori e aveva perso le sue sembianze di cervo e solo il re era rimasto. Ricoperto da pelli di orso bianco e volpi artiche, aveva i capelli così biondi da essere quasi bianchi, sovrastati dallo stesso palco di corna del cervo maestoso. La guardò e sorrise, emise un lunghissimo ululato e dalla foresta arrivò correndo un branco di lupi guidato da un maschio alfa nero e bianco e con gli occhi rossi. Cosa diceva la leggenda del re cervo? Oggi era il giorno del solstizio d’inverno, di questo era sicura. Cosa sarebbe accaduto? Quello che accadeva sempre, il re si avventò sui lupi e li allontanò da lei. Il cervo si fece sbranare, la notte era scesa veloce e mille fuochi rischiaravano la neve. Nell’ombra di queste luci remote, il re e il cervo danzavano allo stesso passo, il rito era compiuto, la notte aveva divorato la maggior parte del tempo, la notte più lunga e una delle più sacre, si era stesa su tutto l’emisfero settentrionale. Parker, così amava chiamarsi tra sé e se stessa, tornò nella casa riscaldata e si sedette a scrivere nello stesso posto che aveva lasciato qualche ora prima. Quanto era stato veloce il tempo? Quanto il cervo? Quanto la luce? Quanto la sua creatività mentre scriveva? Il re cervo le aveva indicato che doveva scrivere un’altra storia, non quella che aveva iniziato quel mattino. Prese un foglio nuovo e iniziò a scrivere una diversa storia di Natale.

 

Oggi è martedì 21 dicembre del secondo anno senza Carnevale, giorno del solstizio d’inverno e dell’apparizione di un animale che appartiene al mito e alle leggende. Cosa trarrà da questa visione Parker, la nostra scrittrice e compagna di queste ore? Se lo chiede anche questa Cronaca 653 che siede impaziente sul bordo della sedia in attesa di ascoltare questa nuova storia.

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