giovedì 12 maggio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/795. Quando l’amore ha un nome

 


 

Oggi nel tardo pomeriggio sono andata alla Feltrinelli Duomo ad assistere alla presentazione di Nicolas, il nuovo libro di Nicola Gardini, amico di vecchia data conosciuto grazie alla poesia venti anni fa. Nicolas è stato per vent’anni compagno e poi marito di Nicola, una storia d’amore come tante, forse all’inizio. Ma le malattie e poi la morte di Nicolas, lo stringersi della relazione, l’amore profondo e la morte prematura di Nicolas hanno dato a Nicola materia per un libro incandescente, struggente e bello che ho letto con le lacrime agli occhi. Nicolas è diventato un archetipo dell’amore, dell’amante che ama l’amato senza riserve. Mon coeur diceva Nicolas a Nicola, l’uomo fortunato che è stato amato e che ha perduto l’amore della sua vita. L’opera di Nicolas era l’amore, l’opera di Nicola scrivere e con questo libro Nicola ha edificato il suo Tai Mahal di carta per il suo amore perduto. Ma non si tratta di un libro triste perché è un libro che celebra la vita dove i due amanti sono presenti dalla prima all’ultima riga, raccontati nella loro vita quotidiana, sempre slanciati verso il futuro perché il passato non esiste, come Nicolas testimoniava con lo slancio vitale verso il futuro che lo animava in ogni sua azione. Gardini è anche pittore e il suo sguardo d’artista fa sì che il punto di caduta di ogni scena sia sempre Nicolas. Allo stesso tempo riesce, però, a muoversi con la perizia di uno scultore e i lettori vedono Nicolas ripreso in ogni suo lato, nell’ombra e nella sua luce. Un essere umano completo colto nella sua complessità. I luoghi visitati insieme, i viaggi, le case abitate o solo sognate, le moltitudini di amici. Tutta la ricchezza della loro vita raccontata e donata anche a chi non li ha conosciuti e frequentati. Tanti libri mi sono venuti alla mente mentre leggevo Nicolas. Ho pensato ad Adriano e Antinoo della Yourcenar, all’Anno del pensiero magico di Joan Didion, Viaggio in Inghilterra  di C.S. Lewis, La cerimonia degli addii di Simone de Beuavoir, Lo specchio coperto di Elena Loewenthal, Stella nera: Frammenti di una vita a due di Marisa Bulgheroni e anche Anna Banti quando scrive del marito Roberto Longhi. In questo libro bello e terribile Nicola non viene meno al dettato orfico: la poesia nasce dalla perdita di Euridice, non dal suo ritorno nel mondo della luce. Il poeta è colui che si volta, per questo perde l’amore, per questo lo rende eterno.

Oggi è giovedì 12 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra. Questa Cronaca 795 è ancora intenta a rileggere alcuni passaggi del libro di Nicola.

2 commenti:

lucia papaleo ha detto...

non ho mai letto niente di Nicola Gardini, Elena.
ma dopo il tuo slancio, viene voglia subito di uscire e andare a prenderlo, anche se questa è l'ora per leggere non per comprare.
La poesia è un terreno di solide alleanze, e ci si ritrova vicini anche se lontani, in stretta intimità anche se ci si parla poco, poeti anche se non si scrive...

Anonimo ha detto...

non ho mai letto niente di Nicola Gardini, Elena.
ma dopo il tuo slancio, viene voglia subito di uscire e andare a prenderlo, anche se questa è l'ora per leggere non per comprare.
La poesia è un terreno di solide alleanze, e ci si ritrova vicini anche se lontani, in stretta intimità anche se ci si parla poco, poeti anche se non si scrive...