lunedì 30 maggio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/813. Non una tregua – un dono per questa terra folgorata

 

 


 

Libri, montagne di libri, enciclopedie. Ti chiedi perché non li hai ancora letti tutti, ma no, forse li hai durante quei meravigliosi e interminabili pomeriggi d’infanzia, quando il tempo si tendeva come un elastico e come un elastico ti lanciava in mondi vasti e sconosciuti. Quanto ho viaggiato durante quegli anni, quanto mi sono appassionata alla lettura, quanto è stato difficile prendere commiato da quella cameretta e dai sogni generati dai libri e dall’attesa. Ma ora tutto è compiuto, le cose hanno trovato altre destinazioni, i libri nuovi lettori e la casa avrà una nuova vita, una nuova famiglia. La vera natura delle cose è il mutamento, l’essere create e usate, poi trasmesse o gettate. Quasi niente di ciò che pertiene noi umani è eterno, ma non siamo capaci di resistere al fascino degli oggetti, alla loro importanza affettiva, prima ancora che al valore intrinseco o d’uso. Gli oggetti ci parlano, si parlano da una generazione all’altra, ci accompagnano, a volte ci opprimono, a volte ci servono. Prendo con me un’edizione dei Promessi Sposi illustrata da Giorgio De Chirico, trascino un frammento di passato nel futuro e mi accontento. È così strana la vita in questo scorcio di tempo e di spazio, è così difficile dare un senso alle cose che accadono a prescindere da noi e dalla nostra volontà, cioè quasi tutte.

Apro a caso Antonella Anedda e leggo:

 

 

XIII

 

          a Nathan Zach

 

 

 

Anche questi sono versi di guerra

composti mentre infuria, non lontano, non vicino

seduti di sghembo a un tavolo rischiarato da lumi

mentre cingono le porte di palme

anche questo è un canto verso Dio

che chini lo sguardo sui suoi vermi e ci travolga

amati e non amati.

Non una tregua – un dono

per questa terra folgorata.

 

 

 

Il poco della poesia è il dono più grande, è la preghiera laica che arriva a credenti e non credenti. E questo mi basta per oggi, lunedì 30 maggio del terzo anno senza Carnevale e per la sua Cronaca 813, folgorata da questa poesia.

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