La forma del mondo è mutevole quanto il cielo e le
nuvole. Al risveglio pensiamo di ritrovare ciò che abbiamo lasciato la sera
prima, ma non è mai così. Perché la trama dei sogni si è intrecciata con la
trama del mondo e ne ha cambiato forme e colori. Così l’albero bellissimo che
abbiamo lasciato quasi implume ieri, non appena scesa la notte, oggi è ricoperto
di foglie nuove, così tante foglie nuove, come non ne avevamo viste nelle
stagioni passate. Se ci guardiamo allo specchio con attenzione, anche sul nostro
viso troveremo dei mutamenti. Perché avremo dato al sogno l’incarnato del
giorno prima e avremo lasciato che il sogno ci donasse il suo colore. Così non
siamo mai veramente solo noi del mondo di qua, siamo noi e anche l’altro noi
che ha vissuto nella terra dei sogni ed è tornato nel mondo di qua. In questi
giorni ho sognato spesso la prima casa della mia giovinezza, quella dove ho
vissuto dopo avere lasciato la seconda casa dell’infanzia. Ogni volta ritrovo
quelle stanze e ogni volta ce n’è una che è diversa e arredata con oggetti che
non ho mai posseduto e ogni volta mi chiedo perché la casa è ancora lì e
nessuno lo sa. Non lo so nemmeno io, potrei azzardare un’interpretazione di
questo sogno, ma non ne scriverò in una Cronaca. È comunque bello ritrovare
quell’atmosfera e spesso anche le persone che frequentavo in quel periodo.
Il volto nuovo del
mattino
La porta tra i mondi
si apre ogni notte e
non abbiamo bisogno
di bussare o spingerla.
Perché la porta ci
chiama per nome e
noi non possiamo
fare altro che rispondere,
accettare l’invito e
quel volto nuovo che
ci attende al mattino.
Anche oggi è stata una giornata di riflessioni più che di
azioni, oggi dopo il lavoro mi sono limitata a buttare anche qualche foglio d’archivio,
immaginando che fossero foglie e non carta e i miei cassetti un albero d’autunno.
Oggi è martedì 10 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di
guerra e questa Cronaca 793 è già andata a dormire.
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