Così un’altra domenica è arrivata, trascorsa e passata,
ma tra l’aurora e l’imbrunire quante e quante cose sono accadute. A occhi chiusi
ho attraversato un prato fiorito, non so se davvero l’ho mai visto o l’ho
soltanto sognato. C’erano famiglie sedute su teli colorati che consumavano un
pranzo domenicale, un poco discosta stava una bambina che li guardava e voleva
stare proprio lontano per segnare uno spazio ma non ancora la resa. Perché accettare
di stare dentro il cerchio amoroso della famiglia significa accettarne le
regole e i divieti e lei fuggiva, non tanto dalle regole, ma dai divieti sì. Ho
ascoltato il sussurro allegro del ruscello, il canto degli uccellini, le grida
gioiose degli altri bambini. Ho ascoltato i racconti di un’amica, storie di
cavalli e scrittura negata, l’amore delle madri che si posa sui figli come
fanno le api coi fiori. Solo alcuni le attirano, gli altri devono arrangiarsi
come possono. Alla fine quelli che raccontano le storie sono quelli che avevano
colori meno vistosi e profumi meno intensi e invitanti. Per una strana legge
del contrappasso non sono mai i figli prediletti a segnare la genealogia di una
famiglia. Anche se quel giorno è passato come passano tutti i giorni, indugio
ancora nel ricordo dei suoni, delle voci, della luce.
Come prepararsi alla
notte avida di sogni
Com’era trasparente l’aria
stamane, com’era chiara e
distante la nostra attesa.
Abbiamo pescato a caso
nel fiume del tempo e i pesci
argentei degli istanti si
sono buttati a capofitto
nella nostra rete. Erano
variopinti anche quegli istanti
e pieni di allegria. Così
abbiamo lasciato che la parola
si stendesse come una
coperta intessuta di stelle
per prepararci insieme
alla notte avida di sogni.
Questa giornata di racconti condivisi e stelle è domenica
8 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa
Cronaca 791 ha atteso la notte sdraiata sul prato dei ricordi.
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