venerdì 13 maggio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/796. Silenzio, fumare, scrivere, silenzio, la luce sulla duna

 


Oggi mi sono concessa lunghe chiacchiere letterarie con la mia amica Elisabetta, chiacchiere corredate da progetti altrettanto letterari e da molte fantasticherie intorno all’essere una scrittrice. A parte questo dato di realtà, amicizia, scrittura, futuro, mi sono lasciata trasportare da Cees Nooteboom in un faro sconosciuto che lui ha così mirabilmente scritto in una poesia tratta da L’occhio del monaco:

 

 

Non nella vita di tutti c’è posto per un faro,

ma nella mia sì. Oggi su quest’altra isola

sono andato al faro, pioggia, gridi

di gabbiani. La notte ho potuto stare col guardiano.

 

Fingeva di esistere ancora. Se l’è annotato,

una nave diretta a Nord, la forza del vento. E ho visto

nel buio una luce contro le onde, e lì vicino

quel che aveva scritto nella sua grafia antiquata.

 

Morto da tanto, lui. Tutti i mari percorsi, tutti i porti visti,

Archangel’sk, Valparaíso, la poesia del medico di bordo.

Accendere, spegnere, una notte sul faro, brigantino verso Nord,

silenzio, fumare, scrivere, silenzio, la luce sulla duna,

il faro ora abbandonato.

 

 

Ogni volta che leggo questi versi mi ritrovo a contemplare il buio della notte e a sentire quel silenzio privo di voci e rumori umani che in cima al faro è ancora più potente. Ma poi arriverà la tempesta, perché la tempesta arriva sempre e stravolge la vita dei naviganti, stravolge il tempo dell’attesa e ci costringe a trovare un’altra posizione nel mondo. E non sapremo sino alla fine come saremo e come sarà il mondo dopo. Così come non sapremo sino alla dichiarazione di pace che mondo ci aspetterà dopo questa inutile, violenta guerra che ancora non finisce. Oggi è venerdì 13 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 796 si consola con le poesie di Nooteboom insieme a me.

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