giovedì 26 maggio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/809. Il vento cade. Le mani spostano nel buio le tazze per la sera

 


Guardare Milano dall’alto e dal bello delle terrazze a casa del mio amico Luciano. Chiedere i nomi delle piante e dei fiori, respirare il profumo dei gelsomini, ammirare la luce che avvolge la città dall’alto mentre i rumori arrivano attutiti, gustare insieme un’ottima cena a base di parmigiana di melanzane, asparagi con le uova, insalata di pomodori, finocchi e cipolle di Tropea, crema pasticcera con le fragole fresche. Raccontarsi molto del proprio passato, dei primi amori, vedere la luce che scema lenta e dolce, in una di quelle belle serate estive come a maggio non se ne vedevano da anni. Ecco un’altra giornata da extra-mondo, dove dopo il lavoro ci sono le cose vere e importanti come l’amicizia. Porto sempre con me Notti di pace occidentale e lo leggo e rileggo:

 

Di colpo il giorno perde il suo rancore. Gli alberi

lo stretto cortile. Ombre di muri a picco

e cupo bianco di uccelli

trascinati con altro bianco tra i meli.

Fissa il tuo corpo nell’asta della siepe

in questa umiliazione di fogliame abbassato

falce di ramo, cespuglio di qualcosa

che da lontano ci tormenta.

Un battito leggero di bastoni, forme ardenti e veloci

strette a un incubo segreto

l’arancia, lo sferico inganno di quel rosso

in un cesto di ferro.

 

Il vento cade. Le mani spostano nel buio le tazze per la sera.

È questo che ci fa tremare?

questo spazio che non saprà mai nulla, la notte che si compie

qui dove il cibo si addensa?

Guardo il tuo piede scostare un lembo scuro

forse un dorso di bestia ormai sottile

e la terra ritrarsi anche lei, buia, leggera.

Ora tutto è vicino incustodito

forse basterebbe uno scatto per capire – qui

contro i sassi – nell’aria, nell’aiuola.

 

Ma è solo notte

notte l’angolo esatto che ci stringe la nuca.

 

 

Poi si è fatto tardi, sono ritornata a casa con l’ultimo metrò, la città era ancora piena di gente, e oggi era giovedì 26 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e questa Cronaca 809 vorrebbe mangiare ancora le fragole con la crema pasticcera.

Nessun commento: