Ancora non ho deciso se la smania di essere altrove, di
viaggiare, di dormire sotto cieli diversi da quelli abituali, di conoscere gente
nuova sia più un desiderio della gioventù o proprio un modo di essere, di stare
al mondo. Forse l’indole guida la smania anche quando siamo giovani, ma credo
sia la gioventù a far ardere questo desiderio di incontri e di luoghi mai
visti. Forse con l’età si diventa più nostalgici e più desiderosi di ritornare
là dove siamo già stati. Quando ero ragazza i viaggi più carichi di smania e
aspettative erano quelli che mi portavano in Svizzera, a Losanna dalle mie
carissime e perdute amiche, le sorelle E. e AM. Quanto mi piaceva stare con
loro! Erano poco più grandi di me ma avevano già viaggiato moltissimo,
lavoravano, amavano i libri e parlavano tre o quattro lingue con disinvoltura. La
letteratura francese e italiana sono state una scoperta che ho condiviso con
entrambe. Io sola volevo diventare una scrittrice da “grande”. Loro amavano i libri
ma volevano solo leggerli, non scriverli. Grazie alla loro ospitalità ho
incontrato F. che invece voleva diventare scrittore, proprio come me, e leggeva
Artaud, Kierkegaard e mi ha fatto ascoltare The
Köln Concert di Keith Jarrett per la prima volta. Ho creduto nelle affinità
elettive di quegli incontri, ma la forza centripeta della vita ci ha spinti
altrove, l’unica cosa che so per certo è che lui non è diventato uno scrittore.
Ma quanto era bello arrivare a Losanna e trovarli in stazione ad aspettarmi!
Per tornare in quegli attimi questa sera mi infilo in una
poesia della poetessa che gli attimi li conosceva a memoria, cioè Wisława
Szymborska. Questa poesia è tratta da Vista
con granello di sabbia, Adelphi,
1998.
La stazione
Il mio arrivo nella città di N. è avvenuto puntualmente.
Eri stato avvertito con una lettera non spedita.
Hai fatto in tempo a non venire all'ora prevista.
Il treno è arrivato sul terzo binario. È scesa molta
gente.
L'assenza della mia persona si avviava verso l'uscita tra
la folla.
Alcune donne mi hanno sostituito frettolosamente in
quella fretta.
A una è corso incontro qualcuno che non conoscevo, ma lei
lo ha riconosciuto immediatamente.
Si sono scambiati un bacio non nostro, intanto si è
perduta una valigia non mia.
La stazione della città di N. ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.
L'insieme restava al suo posto. I particolari si
muovevano sui binari designati.
È avvenuto perfino l'incontro fissato.
Fuori dalla portata della nostra presenza.
Nel paradiso perduto della probabilità.
Altrove. Altrove. Come risuonano queste piccole parole.
Mentre cammino in quella stazione incantata che mi
portava dai miei amori è scesa la notte di domenica 15 maggio del terzo anno
senza Carnevale e del primo anno di guerra. Questa Cronaca 798 ama i viaggi in
treno, proprio come me.
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