domenica 15 maggio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/798. Altrove. Altrove. Come risuonano queste piccole parole

 

 


 

Ancora non ho deciso se la smania di essere altrove, di viaggiare, di dormire sotto cieli diversi da quelli abituali, di conoscere gente nuova sia più un desiderio della gioventù o proprio un modo di essere, di stare al mondo. Forse l’indole guida la smania anche quando siamo giovani, ma credo sia la gioventù a far ardere questo desiderio di incontri e di luoghi mai visti. Forse con l’età si diventa più nostalgici e più desiderosi di ritornare là dove siamo già stati. Quando ero ragazza i viaggi più carichi di smania e aspettative erano quelli che mi portavano in Svizzera, a Losanna dalle mie carissime e perdute amiche, le sorelle E. e AM. Quanto mi piaceva stare con loro! Erano poco più grandi di me ma avevano già viaggiato moltissimo, lavoravano, amavano i libri e parlavano tre o quattro lingue con disinvoltura. La letteratura francese e italiana sono state una scoperta che ho condiviso con entrambe. Io sola volevo diventare una scrittrice da “grande”. Loro amavano i libri ma volevano solo leggerli, non scriverli. Grazie alla loro ospitalità ho incontrato F. che invece voleva diventare scrittore, proprio come me, e leggeva Artaud, Kierkegaard e mi ha fatto ascoltare The Köln Concert di Keith Jarrett per la prima volta. Ho creduto nelle affinità elettive di quegli incontri, ma la forza centripeta della vita ci ha spinti altrove, l’unica cosa che so per certo è che lui non è diventato uno scrittore. Ma quanto era bello arrivare a Losanna e trovarli in stazione ad aspettarmi!

Per tornare in quegli attimi questa sera mi infilo in una poesia della poetessa che gli attimi li conosceva a memoria, cioè Wisława Szymborska. Questa poesia è tratta da Vista con granello di sabbia,  Adelphi, 1998.

 

 

La stazione

 

 

Il mio arrivo nella città di N. è avvenuto puntualmente.

Eri stato avvertito con una lettera non spedita.

Hai fatto in tempo a non venire all'ora prevista.

Il treno è arrivato sul terzo binario. È scesa molta gente.

L'assenza della mia persona si avviava verso l'uscita tra la folla.

Alcune donne mi hanno sostituito frettolosamente in quella fretta.

A una è corso incontro qualcuno che non conoscevo, ma lei lo ha riconosciuto immediatamente.

Si sono scambiati un bacio non nostro, intanto si è perduta una valigia non mia.

La stazione della città di N. ha superato bene la prova di esistenza oggettiva.

L'insieme restava al suo posto. I particolari si muovevano sui binari designati.

È avvenuto perfino l'incontro fissato.

Fuori dalla portata della nostra presenza.

Nel paradiso perduto della probabilità.

Altrove. Altrove. Come risuonano queste piccole parole.

 

 

Mentre cammino in quella stazione incantata che mi portava dai miei amori è scesa la notte di domenica 15 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra. Questa Cronaca 798 ama i viaggi in treno, proprio come me.

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