Oggi
è lunedì, un lunedì come mille altri, un lunedì di maggio dove la guerra ha
rallentato, i ragazzini gelsomini sono in piena fioritura e adesso non ho
bisogno di andare ad annusare quelli della villa, non ne ho bisogno perché sono
fiorite anche le tre nuove piante di gelsomino che adornano le ringhiere di
casa mia, che soddisfazione! Questa quiete domestica mi ha fatto venire voglia
di immergermi nella pittura di Vermeer e poi di tuffarmi in un’altra poesia di Wislawa
Szymborska:
Paesaggio
Nel
paesaggio dell’antico maestro
gli
alberi hanno radici sotto la pittura a olio,
di
sicuro il sentiero conduce alla meta,
un
filo d’erba sostituisce autorevole la sigla,
sono
le cinque, credibili, del pomeriggio,
il
maggio è trattenuto in modo delicato, ma deciso,
così
mi sono fermata anch’io – sì, mio caro,
sono
io quella donna sotto il frassino.
Guarda
quanto mi sono allontanata da te,
che
cuffia bianca ho, che gonna gialla,
come
stringo il cestino per non cadere dal quadro,
come
sfoggio un destino altrui
e
mi riposo dai misteri vivi.
Anche
se mi chiamassi non ti sentirei,
e
anche se ti udissi, non mi volterei,
e
anche se io facessi quel gesto impossibile,
il
tuo viso mi parrebbe estraneo.
Conosco
il mondo per sei miglia intorno.
Conosco
erbe ed esorcismi per ogni malanno.
Dio
guarda ancora il mio cucuzzolo.
Continuo
a pregare di non morire all’improvviso.
La
guerra è castigo, e la pace premio.
I
sogni vergognosi vengono da Satana.
Ho
un’anima ovvia come un nocciolo di prugna.
Non
conosco i giochi del cuore.
Non
conosco le nudità del padre dei miei figli.
Non
credo che il Cantico dei Cantici
abbia
una brutta copia contorta e tormentata.
Quello
che voglio dire è in frasi fatte.
Non
uso la disperazione, non è cosa mia,
me
l’hanno solo affidata in custodia.
Anche
se mi tagliassi la strada,
anche
se mi guardassi negli occhi,
ti
scanserei sull’orlo di un abisso più sottile d’un capello.
A
destra c’è la mia casa, che conosco da ogni lato,
insieme
ai suoi scalini e all’entrata,
e
dentro accadono storie non dipinte:
il
gatto salta sulla panca,
il
sole cade sulla brocca di zinco,
dietro
al tavolo siede un uomo ossuto
e
aggiusta un orologio.
Oggi
è lunedì 16 maggio del terzo anno senza Carnevale e del primo anno di guerra e
questa Cronaca 799 è rimasta folgorata da tutta questa luce.
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