sabato 19 settembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/195: le rose del tuo giardino che non sanno la stagione e fioriscono quando fioriscono

Le storie d’amore sono come le rose e fioriscono quando fioriscono, non importano gli anni, le delusioni. Quando si trova l’amore è come ritornare a casa dopo un lungo viaggio e scoprire che la nostra casa era anche un luogo che non conoscevamo.

Venticinque anni fa un ragazzo all’ultimo anno delle superiori, ha iniziato a incontrare ogni mattina una ragazza che gli piaceva molto. Si incontravano alla fermata dell’autobus mentre andavano a scuola. Un giorno lui le ha passato un bigliettino, il giorno dopo lei gli ha passato un bigliettino rosa e profumato dove gli aveva risposto. Hanno continuato così per tutto l’anno scolastico e il ragazzo conserva ancora oggi una Smemoranda alta come un’enciclopedia perché ha conservato tutti quei bigliettini d’amore. Non so se i due abbiamo mai davvero avuto una relazione, ma anche questa storia vale come l’incontro notturno con la bella sconosciuta del mio amico Elvio.

Perché le storie d’amore sono così importanti per noi esseri umani? Perché in molti pensiamo che l’amore sia l’unica risposta a tutte le domande?

Non voglio scrivere ora di tutte le forme dell’amore, filiale, materno, romantico, cosmico, universale.

Voglio scrivere dell’amore che sentivo nell’aria ieri sera, tutta la città era impregnata d’amore e di una gioia sottile che prevaleva sull’angoscia per i tempi che verranno.

Restare nell’attimo presente, istante dopo istante, godere di ogni più piccola cosa. Così la memoria si erge come un palazzo che andiamo costruendo giorno dopo giorno. E li la troviamo per dare un senso a chi siamo stati, a chi continuiamo a essere e a chi diventeremo.

Viviamo nel passato come nel futuro, giorno dopo giorno, presi come un’ape da due diversi fiori egualmente interessanti.

Il presente si immerge nel passato, l’ape si impollina di giallo, il presente si immerge nel futuro e l’ape si impollina di rosso. Così il presente è di un arancione vivace che tiene in sé tutti i frammenti del tempo.

Quali saranno gli istanti che restano in noi e che torneranno all’improvviso come uno squarcio di luce nel cielo dopo un temporale? Non lo sa nessuno, così come nessuno conosce l’esatta sfumatura del giorno che viene.

Oggi non lavoro, così posso scrivere questa Cronaca a metà giornata, curiosa di sapere come sarà il resto che racconterò domani. Domani è già qui, rosso come una delle rose del tuo giardino. E intanto io vivo e scrivo la vita che viene e fiorisce quando fiorisce.

Oggi è il 19 settembre dell’anno senza Carnevale. La storia dello scambio dei biglietti d’amore l’ha raccontata ieri sera il pianista e cantante Max Piran che ringrazio per la bella musica e le belle storie. 

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