venerdì 18 settembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/194: come si chiama l’odore dell’autunno nelle giornate in cui le foglie verdi vivono accanto alle foglie gialle?

Questi giorni di calore, le code dell’estate che lascia dietro di sé le ultime impronte e se ne va verso l’altro emisfero. Settembre è uno dei mesi divisi tra due stagioni e sembra compiacersi di essere a cavallo tra ciò che è stato e ciò che sarà, che potrebbe essere, che mai vedremo.

L’odore dell’aria è impagabile, il sole è caldo, si può ancora mangiare all’aperto, si può respirare a pieni polmoni, guardarsi intorno, provare la gioia dell’essere vivi e di sentire il mondo intorno e dentro e sopra e sotto.

 

Quando fioriscono le rose

 

Di questi momenti che restano

sospesi in noi come polline nell’aria,

come polvere nelle lame di luce del

sole, polvere che siamo stati che

saremo, gioiosi e smemorati,

come le rose del tuo giardino che

non sanno la stagione e fioriscono

quando fioriscono.

 

L’amore è un’ape impazzita che crede di essere un baco e si avvolge, si avvolge in un filo di polline e miele. Quale sarà la sua nuova forma? Bisogna che aspettiamo una nuova stagione, è inaudita questa metamorfosi, forse sarà una chimera la sua nuova forma.

Amo ogni istante di questa giornata estiva d’inizio autunno, respiro a pieni polmoni, bevo l’aria e la luce, la gioia è intorno e ha memoria di sé e di noi, respira con noi e sorride.

 

Quando respiro la luce

 

Come si chiama l’odore dell’autunno nelle

giornate in cui le foglie verdi vivono

accanto alle foglie gialle? Come si chiama

quest’odore nell’aria che è sole mescolato

alla pioggia?

 

Cosa è rimasto di tutto il vento che

ha portato le onde? Cosa è rimasto del

vento d’estate che mi spettinava e rideva

con le ciocche sfuggite e danzanti? Cosa?

 

È facile tenere nell’occhio destro quel

ricordo del tuo sorriso. È facile e non

fa male guardare nell’occhio sinistro

quel volto così amato, così desiderato.

 

Dove si nascondono le onde di questa

mattina? Dove le ombre delle nuvole

sulla spiaggia? Lì dove anche tu ti

nascondi e mi aspetti.

 

Tra le dune, su quella più alta c’è la tua

casa, la porta è aperta, mi lasci entrare,

il mare saluta e ci fa un inchino, il vento

arretra e si diverte con le nuvole che

fuggono, davvero, come farebbe

un gregge di agnellini nati da poco.

 

Il fiore si reclina su stesso, smorzo

la fiamma della candela e aspetto che

autunno si riveli e mi confidi quel che

dobbiamo fare e cercare.

 

Lo seguo e lascio le vesti antiche come

un serpente durante la muta, resta una

forma vuota che non è più nulla, perché

lo spirito ha seguito la materia nel mondo

nuovo che è nato con loro.

 

 

Ora accarezzo con lo sguardo i bozzoli mitologici che stanno appesi nell’aria e già vedo che nella notte saranno splendenti come le lucciole del tuo giardino.

Questa Cronaca 194 è come una delle api impazzite, si è avvolta nel suo bozzolo di poesia, nel suo frammento di tempo che noi chiamiamo diciotto settembre dell’anno senza Carnevale. Le poesie sono mie e sono inedite. 

Nessun commento: