mercoledì 24 novembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/626. Nuotare nel cielo come fosse il mare, cantare

 

 

 

A volte è meglio non fare nulla, stare in piedi sulla riva e vedere cosa il mare ci porta. A volte è meglio gettare le reti al largo, scandagliare i fondali e muoversi per favorire la pesca. Bisogna uscire quando fuori è ancora buio e attraversare la notte come se fosse un altro mare e sentire che anche il cielo è un’altra forma del mare e diventare nuotatori celesti, imparare a fermarsi vicino alle costellazioni come fossero arcipelaghi. Immaginiamo questi mari, le stelle, le isole, immaginiamo e lasciamo che le storie arrivino a noi. Con una storia ben raccontata possiamo mettere ordine nel tempo e dare un senso a ogni giornata, fare di ogni giornata un tempo ben vissuto. Così peschiamo nell’immenso mare delle immagini, vedute, ricordate e anche spontanee, tutte quelle che la nostra mente riesce a cogliere e poi elaborare.

 

 

 

L’alba attraversa le finestre

 

Mi fermo e aspetto che arrivi

il banco dei pesci argentati,

nella scia appaiono le sirene,

cantano, ma la loro lingua è

sconosciuta, nessuna malia ci

rapirà. Aspetto e ferma cerco

un’immagine che rappresenti

il senso di questa giornata.

Il senso mi ripeto e poi capisco

che in quel mare ci sono anch’io,

sono un’immagine? Seguo i pesci

nella loro scia d’argento, canto

lontano dalle sirene, la mia voce

è un’altra, diverso questo canto.

Si girano i pesci, le sirene fuggono,

l’alba attraversa le finestre, mi

sveglia. Era un sogno, un sogno?

Ridono le sirene e fuggono di

nuovo, il silenzio si leva con

il sole. È giorno, un giorno nuovo

che ancora non abbiamo scritto.

 

 

Ma ora che è scritto questo giorno nuovo, ne do conto in questa Cronaca 626 di mercoledì 24 novembre del secondo anno senza Carnevale, mentre la notte è di nuovo padrona del nostro mondo e i sogni sono pronti a ritornare.

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