Ogni
mattina mi sveglio e so che presto sarà giorno, ho imparato da decenni come
luce e buio si alternano e disegnano le stagioni. Una notte più lunga sarebbe sgomento,
un giorno senza tramonto un tempo norvegese. Dopo il primo caffè sfoglio i
giornali, apro le finestre e poi esco in giardino, il tempo è cupo e
novembrino. Nessun regalo di sole e azzurro come gli ultimi due giorni. Preparo
la lista delle cose da fare, lo faccio ogni giorno per organizzare il lavoro, a
volte scrivo su un quaderno, a volte uso l’agenda, a volte post-it gialli che
poi incollo in giro. Soffro anch’io della vertigine delle liste, dovrei
scriverne un giorno di quanto mi piaccia farne. Torno in cucina per il secondo
caffè, poi accendo il fuoco perché l’aria è davvero umida. Si arriccia tutto, i
capelli e i pensieri, i fogli di carta, le intenzioni. Oggi è una giornata
buona per stare chiusa in casa, ho tutto quello che mi serve, posso girare le spalle
alla finestra e iniziare il lavoro quotidiano, a scrivere e pensare.
Smettere di cercare le
parole
Devo
cercare ogni giorno
uno
slancio in questa lingua
per
non perdere le tracce,
per
seguire il sentiero. Scrivi,
mi
dico e le parole sgorgano,
scrivo,
ma la lingua che ho
cercato
ha tristezza d’acqua
e
nessuna convinzione. Scrivi,
mi
dico e smetto di cercare,
lascio
che siano le parole a
cercare
questo foglio e la mia
lingua.
Così si infrange il vetro
della
realtà e unisco immagini
a
paesaggi, varco la soglia, poi
mi
fermo e scrivo, sono solo
uno
strumento di questa stagione
nel
suo centro, si fanno polvere
i
giorni e non cadono più stelle.
Possiamo
andare, altre trame
ci
aspettano, una casa è già
pronta
dietro questa casa, dietro
il
sogno e dietro le parole. Buio,
notte,
nuvola e poi silenzio. Di
nuovo
mattina, silenzio.
Questo è il mese del raccoglimento e anche oggi, lunedì 8 novembre del secondo anno senza Carnevale, sto nelle parole come in una casa e adesso che è di nuovo notte posso consegnare questa Cronaca 610 alla pagina e al tempo. Adesso posso scegliere che libro leggere stasera, se iniziarne uno nuovo o finirne uno già iniziato. Quanto è ricca e vertiginosa la vita di noi lettori.
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