Nella
casa del tempo non ci sono soglie, porte, finestre, pareti. Ogni spazio è
mobile, indefinito a ogni risveglio e prende forma solo dopo che lo abbiamo
mediato portando i sogni in questa realtà e lasciato alcune cose del reale
insediarsi in quella dimensione priva del tempo come lo conosciamo. Per questo
possiamo scegliere che la cucina appartenga alla casa della nostra infanzia, in
campagna dalla nonna, che la camera da letto sia quella stanza inondata di
Saint André d’Hebertot. Possiamo scegliere il giardino della casa di Soliva,
circondato da castagneti, ma ancora splendente della fioritura di meli e
albicocchi inselvatichiti. La vista dalla terrazza sarà quella sul golfo di
Camogli, la spiaggia un insieme delle spiagge adriatiche del Conero e quelle
joniche di Sibari. Potremo affacciarci alla finestra da cui Giacomo intravedeva
Silvia a Recanati, o ammirare in lontananza il faro di Saint-Yves dove nessuno
ha mai fatto una gita, di certo non Virginia. I mondi raccontati o inventati
dagli scrittori e dai poeti si mescolano con i nostri mondi ricordati o solo
sognati. Ricordarlo ogni mattina mi allarga il respiro e mi fa domandare: “E
oggi in che casa abiterò? In che paesaggio camminerò? Cosa vedrò dalla mia
finestra?”. È bello svegliarsi con queste domande e cercare risposte nei libri
che sto leggendo, cercare nelle parole che sto scrivendo. Cosa scoprirò in
questa giornata d’autunno dove è ritornato il sole e l’aria è fredda come nel
cuore dell’inverno?
Gli anni si aprono
verdi e luminosi
Chiudo gli occhi, respiro,
non
mi muovo se non per
avvicinarmi
alla finestra,
mi
sporgo. La via è vuota
e
silenziosa, non è ancora
l’alba,
respiro, com’è nuovo
il
mondo ogni mattina,
come
mi piace immaginare
quel
che la luce ancora non
mi
ha mostrato. Ogni storia
è
ancora incompiuta, ma sento
una
voce che mi invita: “Vieni,
questa
è la tavola, questa la tua
casa,
ogni cosa è pronta, scegli
da
dove iniziare”. Allora sento
la
forza degli anni non ancora
compiuti
aprirsi verdi e luminosi
nella
stagione fredda, pronti
al
cambiamento di passo e di
respiro.
Io pure sono pronta e
ho
scelto il mio sentiero e quale
foresta
farmi crescere intorno.
Sono
molte le case, le foreste, il tempo e i sogni. Sono molti i libri, le
conversazioni, le difficoltà, le amicizie che riprendono vita e quelle che si
spezzano. Sono molti anche i respiri e a ogni respiro si espande il mondo e si
spalancano gli occhi su questa vita così nuda, essenziale, da non avere altra
necessità che di essere vissuta, istante dopo istante.
Oggi
è venerdì 5 novembre del secondo anno senza Carnevale, e questa Cronaca 607 è come
la vita, essenziale e nuda, respira e mi fa respirare.
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