venerdì 5 novembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/607. Sognare il mio faro, guardarlo dalla finestra socchiusa, non fare la gita: questo è il segreto della scrittura

 

 

Nella casa del tempo non ci sono soglie, porte, finestre, pareti. Ogni spazio è mobile, indefinito a ogni risveglio e prende forma solo dopo che lo abbiamo mediato portando i sogni in questa realtà e lasciato alcune cose del reale insediarsi in quella dimensione priva del tempo come lo conosciamo. Per questo possiamo scegliere che la cucina appartenga alla casa della nostra infanzia, in campagna dalla nonna, che la camera da letto sia quella stanza inondata di Saint André d’Hebertot. Possiamo scegliere il giardino della casa di Soliva, circondato da castagneti, ma ancora splendente della fioritura di meli e albicocchi inselvatichiti. La vista dalla terrazza sarà quella sul golfo di Camogli, la spiaggia un insieme delle spiagge adriatiche del Conero e quelle joniche di Sibari. Potremo affacciarci alla finestra da cui Giacomo intravedeva Silvia a Recanati, o ammirare in lontananza il faro di Saint-Yves dove nessuno ha mai fatto una gita, di certo non Virginia. I mondi raccontati o inventati dagli scrittori e dai poeti si mescolano con i nostri mondi ricordati o solo sognati. Ricordarlo ogni mattina mi allarga il respiro e mi fa domandare: “E oggi in che casa abiterò? In che paesaggio camminerò? Cosa vedrò dalla mia finestra?”. È bello svegliarsi con queste domande e cercare risposte nei libri che sto leggendo, cercare nelle parole che sto scrivendo. Cosa scoprirò in questa giornata d’autunno dove è ritornato il sole e l’aria è fredda come nel cuore dell’inverno?

  

Gli anni si aprono verdi e luminosi

 

Chiudo gli occhi, respiro,

non mi muovo se non per

avvicinarmi alla finestra,

mi sporgo. La via è vuota

e silenziosa, non è ancora

l’alba, respiro, com’è nuovo

il mondo ogni mattina,

come mi piace immaginare

quel che la luce ancora non

mi ha mostrato. Ogni storia

è ancora incompiuta, ma sento

una voce che mi invita: “Vieni,

questa è la tavola, questa la tua

casa, ogni cosa è pronta, scegli

da dove iniziare”. Allora sento

la forza degli anni non ancora

compiuti aprirsi verdi e luminosi

nella stagione fredda, pronti

al cambiamento di passo e di

respiro. Io pure sono pronta e

ho scelto il mio sentiero e quale

foresta farmi crescere intorno.

 

 

 

Sono molte le case, le foreste, il tempo e i sogni. Sono molti i libri, le conversazioni, le difficoltà, le amicizie che riprendono vita e quelle che si spezzano. Sono molti anche i respiri e a ogni respiro si espande il mondo e si spalancano gli occhi su questa vita così nuda, essenziale, da non avere altra necessità che di essere vissuta, istante dopo istante.

Oggi è venerdì 5 novembre del secondo anno senza Carnevale, e questa Cronaca 607 è come la vita, essenziale e nuda, respira e mi fa respirare.

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