domenica 14 novembre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/616. Dov’è il luogo dove vivono le ombre quando la luce scompare?

 


Come camminano le ombre quando percepiscono che la sera sta arrivando? Come possono abituarsi a svanire, a sapere che dipendono sempre dalla luce, da qualunque tipo di luce? Non si agitano le ombre perché sanno che la loro invisibilità appartiene solo a questa dimensione e a questa terra. A loro basta sganciarsi dai corpi solidi, dai nostri corpi, per tornare nella grande ombra che è tutto l’universo, visibile e sconosciuto, che circonda questo piccolo pianeta. I muri intorno a noi sono di stelle remote milioni di anni, ma noi non possiamo allontanarci da quaggiù, non possiamo, anche se ci abbiamo provato arrivando sino alla luna, non possiamo e così fuggiamo con l’immaginazione. Per questo in un buio pomeriggio di novembre ho sentito il profumo del tuo dopobarba, del burro di cacao, della Leocrema e sei uscito dalle ombre per qualche istante, eri con me, anche se non sono riuscita a vederti. A volte mi basta alzare lo sguardo all’improvviso verso uno specchio e riconosco il baluginare dei tuoi occhi, la forma delle orecchie, la cartilagine del naso. Ciascuno di noi è fatto di elementi presi in prestito da genitori e antenati. Nei giorni migliori la mia bocca assomiglia alla tua madre, come l’arco della sopracciglia, mentre la forma e il colore degli occhi, di nuovo, appartengono a te padre. Ho preso le mani lunghe da tuo padre, madre, le spalle larghe e le anche da tua sorella padre. Siamo noi e non siamo soltanto noi, per questo le ombre si mescolano e ci sussurrano non solo cose note, perché possiamo riconoscerle, ma anche storie sconosciute perché possiamo impararle.

 

 

Nella forma delle stelle

 

Chino la testa sulla spalla

destra, la tua spalla è

dietro la mia, la sua spalla

è dietro la tua. Sono in noi

tutte le generazioni, non ci

lasciano mai, non siamo mai

noi soltanto, siamo io e non

solo io, io e un altro. Stiamo

nello spazio nella stessa

forma imperscrutabile delle

stelle, stiamo sulla terra a

piccoli gruppi, stelle cadute

che guardano il cielo e

cercano il ritorno, soltanto

questo, una parola ancora

per chiamarvi e il vostro

profumo mi dice che siete

arrivati e che le vostre ombre

sono tutto intorno e sopra e

sotto. Le stelle aspettano,

nell’aria aspettano e risplendono

nel loro silenzio, nel nostro

canto e nel perdono che non

abbiamo mai chiesto.

 

 

 

 

Non siamo mai soli, mai, anche quando pensiamo di esserlo, è un posto molto affollato questa terra, anche in una domenica di novembre, anche in un pomeriggio piovoso. Come oggi, domenica 14 novembre del secondo anno senza Carnevale con la sua Cronaca 616 che cerca di decifrare le luci che sappiamo stanno splendendo oltre le nuvole e su, fino alle stelle.

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