Come camminano le ombre quando percepiscono che la sera sta arrivando? Come possono abituarsi a svanire, a sapere che dipendono sempre dalla luce, da qualunque tipo di luce? Non si agitano le ombre perché sanno che la loro invisibilità appartiene solo a questa dimensione e a questa terra. A loro basta sganciarsi dai corpi solidi, dai nostri corpi, per tornare nella grande ombra che è tutto l’universo, visibile e sconosciuto, che circonda questo piccolo pianeta. I muri intorno a noi sono di stelle remote milioni di anni, ma noi non possiamo allontanarci da quaggiù, non possiamo, anche se ci abbiamo provato arrivando sino alla luna, non possiamo e così fuggiamo con l’immaginazione. Per questo in un buio pomeriggio di novembre ho sentito il profumo del tuo dopobarba, del burro di cacao, della Leocrema e sei uscito dalle ombre per qualche istante, eri con me, anche se non sono riuscita a vederti. A volte mi basta alzare lo sguardo all’improvviso verso uno specchio e riconosco il baluginare dei tuoi occhi, la forma delle orecchie, la cartilagine del naso. Ciascuno di noi è fatto di elementi presi in prestito da genitori e antenati. Nei giorni migliori la mia bocca assomiglia alla tua madre, come l’arco della sopracciglia, mentre la forma e il colore degli occhi, di nuovo, appartengono a te padre. Ho preso le mani lunghe da tuo padre, madre, le spalle larghe e le anche da tua sorella padre. Siamo noi e non siamo soltanto noi, per questo le ombre si mescolano e ci sussurrano non solo cose note, perché possiamo riconoscerle, ma anche storie sconosciute perché possiamo impararle.
Nella
forma delle stelle
Chino la testa sulla spalla
destra, la tua spalla è
dietro la mia, la sua spalla
è dietro la tua. Sono in noi
tutte le generazioni, non ci
lasciano mai, non siamo mai
noi soltanto, siamo io e non
solo io, io e un altro. Stiamo
nello spazio nella stessa
forma imperscrutabile delle
stelle, stiamo sulla terra a
piccoli gruppi, stelle cadute
che guardano il cielo e
cercano il ritorno, soltanto
questo, una parola ancora
per chiamarvi e il vostro
profumo mi dice che siete
arrivati e che le vostre ombre
sono tutto intorno e sopra e
sotto. Le stelle aspettano,
nell’aria aspettano e risplendono
nel loro silenzio, nel nostro
canto e nel perdono che non
abbiamo mai chiesto.
Non siamo mai soli, mai, anche quando
pensiamo di esserlo, è un posto molto affollato questa terra, anche in una
domenica di novembre, anche in un pomeriggio piovoso. Come oggi, domenica 14
novembre del secondo anno senza Carnevale con la sua Cronaca 616 che cerca di
decifrare le luci che sappiamo stanno splendendo oltre le nuvole e su, fino
alle stelle.
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