venerdì 1 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/572. Un fiocco rosso, la cartella e i quaderni nuovi, l’astuccio con le galline

 



Erano giorni festosi il primo ottobre di tanti anni fa del secolo scorso. Perché iniziava la scuola e io ero felice. Quanto mi piaceva andare a scuola, imparare, studiare, scoprire, immergermi nei libri. Quello che era il primo rito collettivo, la scuola in una classe superaffollata di bambine baby-booomer, mi avrebbe spalancato le porte di una delle attività più solitarie per un essere umano: leggere. I libri sono stati i migliori amici della mia infanzia, mi hanno trasportato in mondi e tempi sconosciuti che mai avrei potuto visitare nella mia singola vita. La seconda gioia è stata scoprire la poesia, il suo violento risuonare nel mio cuore e nelle mie orecchie quando ero solo una bambina. La terza gioia è stata quella di iniziare a scrivere e pensare che al mondo non ci fosse niente di più bello. È vero ed è falso allo stesso tempo. Ci sono decine e decine di attività più gratificanti della scrittura, e leggere libri scritti da altri è tra queste, ma per chi scrive, be’ non c’è niente di meglio al mondo. Poi accade un primo ottobre come oggi tiepido e gradevole al punto che con Elisabetta, giovane e talentuosa scrittrice, siamo riuscite a piazzarci anche oggi pomeriggio, dopo una mattina di lavoro intenso per entrambe, ai giardini davanti alla biblioteca di Baggio, un microcosmo gradevole, dove il tempo torna indietro, dove ci sono deliziosi piccoli negozi, trattorie e caffè, un paese nascosto nella città che mi regala sempre grandi emozioni. Con lei ci stiamo leggendo reciprocamente i libri che stiamo scrivendo e io ho avuto anche oggi il privilegio di lasciarmi trasportare in altri luoghi, Persepoli, Ravenna, Roma e Parigi, e in altri tempi, i tempi d’oro dei grandi re, Ciro e Dario. Un romanzo avventuroso e riflessivo il suo, pieno di riflessioni intelligenti e profonde, in uno scorrere della narrazione tale che ho dimenticato di stare leggendo, che ho smesso di sentire la mia stessa voce perché ero immersa nelle sue storie e nella sua voce. Vorrei poter scrivere di più di questo bel libro, ma non posso farlo, non ancora. Ma arriverà il momento giusto, spero presto. Così il pomeriggio è finito in un soffio e ci siamo ritrovate sedute nel giardino della biblioteca, come se un tappeto volante ci avesse trasportato lì per magia. L’aria è diventata fredda all’improvviso, abbiamo messo la giacca, ci siamo avviate verso l’auto, ci siamo regalate due deliziosi astucci di stoffa, uno con le galline e l’altro con i dinosauri. E abbiamo fatto bene, il primo giorno di scuola va degnamente festeggiato e un astuccio segna l’inizio di un nuovo anno scolastico. Perché non importa la nostra età, non importa chi siamo e cosa abbiamo realizzato sino in questo momento preciso della nostra vita. Possiamo sempre sederci e leggere un romanzo nuovo, possiamo riprendere a studiare come se avessimo sei anni, possiamo aprire un quaderno e iniziare a scrivere una storia nuova. Questo è il bello dell’amare i libri e le parole e di fidarsi della gioia quando la sentiamo arrivare.

Oggi è venerdì 1 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 572 indossa ancora il suo grembiulino bianco e un enorme fiocco rosso, proprio come la cartella e le copertine dei quaderni nuovi.

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