mercoledì 27 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/598. Il passato arriva sino a noi con il respiro degli oggetti

 


 

 

Il mattino presto, molto presto, è quello il momento in cui possiamo sentire il respiro del mondo. Sentire non solo con le orecchie, ma con tutti i sensi.

Quando la luce ritorna il chiaro del mondo respira, gli alberi stendono verso il cielo i rami e dentro la terra le radici.

Aria e respiro del mondo sono un tutt’uno per noi, l’aria che pervade, l’aria che sorregge, l’aria che spinge. Unico elemento invisibile, non ha colore, lo riconosciamo perché agita le forme degli altri elementi.

Quando sfiora i rami, sfiora anche le nostre mani e i nostri capelli, ci fa vivere e se sentiamo l’aria espandere i nostri polmoni, allora sappiamo di stare bene. Se il petto è contratto e l’aria entra ed esce a fatica, è segno che qualcosa non va.

Quando emettiamo aria intonata ecco che stiamo cantando, esce in forma di risa quando siamo allegri e in forma di sospiri quando siamo pensosi o nostalgici.

Se moduliamo l’aria con la bocca, la lingua e tutto l’armamentario, ecco che stiamo parlando, e se leggiamo i segnetti neri sul foglio bianco, trasformiamo dei segni in significati e le parole in storie.

  

Come fermare un’immagine in fuga

 

Non respiriamo con intenzione,

respiriamo con naturalezza e

allegria. Sento il mondo

espandersi intorno e dentro,

così che l’albero metta radici

forti in noi e rami tra i nostri

capelli. Quando sospiro è

sempre un’immagine fuggita

che vorrebbe trovare la sua

storia, non la fermo, anzi

la seguo e respiro, perché

so che questo la riporterà

da me. E un canto improvviso

sorgerà dal bosco.

 

 

Oggi ho respirato solo chiusa tra le mura di casa, niente passeggiate, circondata da oggetti che portano con sé il nostro comune passato. E un po’ del mio respiro è rimasto con loro.

Oggi è mercoledì 27 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 598 si muove e respira in quel passato che non ha conosciuto.

Nessun commento: