domenica 31 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/602. Scoprire che le biblioteche sono infestate dai fantasmi dei giorni passati

 


Inizio dal ripiano più alto della libreria, dove ci sono libri già letti o che non mi è ancora venuta voglia di leggere. Guardo le copertine, di quasi tutti mi ricordo dove li ho acquistati e se li ho già letti o, almeno, sleggiucchiati. Ripiano dopo ripiano recupero anche i libri doppi che un tempo ho comprato perché sapevo che prima o poi li avrei regalati a una persona che avrebbe saputo apprezzarli. Sono molti più di quanti non immaginassi e ne sono davvero felice. Poi scelgo libri letti che non leggerò mai più e inizio a preparare un borsone che diventerà una o più scatole e questi libri finiranno in una piccola biblioteca di un paese romagnolo. Mi piace immaginare che questi libri potranno avere una nuova vita e nuovi occhi. Ammucchio poi un metro cubo di dispense, fotocopie e quadernoni A4 dei tempi dell’università: scienze politiche, sociologia, economia politica, senza indugio finiscono nel cassonetto della carta. Insieme ai due eserciziari con la copertina arancione di micro e macro economia che sono stati un incubo ricorrente. Sarei ancora in grado di fare quegli esercizi? Forse sì, ma che importanza ha? Via, via! Butta, butta! Ah che soddisfazione! Era davvero parecchio tempo che non mi arrampicavo in cima alla libreria, sapevo che ci avrei trovato un po’ di polvere che, nonostante non tutti siano d’accordo, è la migliore amica dei libri e del tempo. La polvere è solo vita che si è frantumata, briciole dei nostri discorsi e dei nostri passi, immagini di giorni perduti di cui non sapremo e non abbiamo mai saputo assolutamente nulla. È bello consegnare all’oblio quei giorni appena evocati da quei quaderni, dagli appunti con la mia grafia giovanile molto più panciuta e tondeggiante. Non ho paura dell’oblio, non ho paura perché nulla è davvero perduto per sempre. Come da bambina credevo che esistesse il paradiso delle cose e degli oggetti, che non sono proprio la stessa cosa, adesso so che esiste non un paradiso dei giorni perduti ma un’immensa Biblioteca gemella di quella di Babele, lì i giorni se ne stanno ben allineati come libri di una stessa collana e sono solo i colori delle copertine e i nomi a dire se sono stati giorni buoni o cattivi per chi li ha vissuti.

 

 

Quel che resta nelle pagine

 

Finisce la tua mano dove

finisce il sogno, per questo

non arrivi a prendere quel

volume che stavi cercando.

Era un giorno arancione, vivo

e caldo nonostante gli anni,

nonostante fosse un giorno

d’autunno come questo.

Un giorno in cui è bello stare

chiusi in casa, cuocere le castagne

sul fuoco e respirarne il profumo.

Se aprirai quel libro ne sentirai

l’aroma, perché è proprio

questo il segreto, ogni giorno

ha un diverso profumo, non

solo un diverso colore. Ricorderò

domani come sarà stata questa

domenica di fine ottobre? Ricorderò

il cielo grigio e basso, il freddo,

il silenzio e ricorderò i libri in

compagnia della loro polvere e

degli sguardi giovani che li hanno

percorsi. Un po’ di noi resta nelle

pagine un po’, un poco soltanto.

 

 

Adesso che sto scrivendo la Cronaca mi rendo conto di essere stramazzata dalla stanchezza, quindi continuerò domani, adesso vado a leggere un libro nuovo, una storia di fantasmi, o almeno credo.

Oggi è domenica 31 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 602 è vestita proprio da fantasma, invisibile agli occhi, mi fa venire un brivido lungo la schiena se mi avvicino troppo.

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