sabato 2 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/573. Una mela di Cezanne, rossa ed eterna, dimenticata in un quadro


 

Dopo il primo giorno di scuola, ecco che arriva il secondo giorno di scuola. Qualcosa è già irrimediabilmente cambiato in noi, non torneremo mai più in quello stato di grazia delle cose che devono accadere, siamo già nell’orizzonte del tempo dove ogni gesto è ripetizione. Ma non importa perché dovranno passare anni, molti anni e molti libri prima di poter tracciare una linea e un punto e affermare di avere imparato qualcosa.

Ma oggi è stato il secondo giorno di scuola, un giorno dove l’autunno è in uno stato di grazia tale che pensa di essere estate.

 

 

Quelle rose addormentate in fondo al nostro giardino

 

Nella grazia della foglia che

cade, nel sorriso dell’ignoto

passante, nella corsa cieca

del bambino, esita questa

stagione e respira e si ferma:

crede di essere ancora estate

questa azzurrità ottobrina

e io posso fingere di essere

una rosa e poi, soltanto poi

una mela, quella mela, rossa

ed eterna che Cezanne ha

messo in posa sul suo tavolo

e poi dimenticato in un quadro

nuovo. È autunno, Signore

lo sa la fiamma, ma non

il fuoco che gioca con tutte

le stelle e le rose addormentate

in fondo al nostro giardino.

 

 

Anche oggi ho passato il pomeriggio con Elisabetta a leggere il suo bellissimo romanzo, ormai ci avviamo verso la fine e anche se so come va a finire, non vedo l’ora di leggere il finale.

Sabato 2 ottobre del secondo anno senza Carnevale sta fermo su una panchina di fronte alla chiesa di Santa Maria della Fontana, mentre questa Cronaca 573 gioca a rincorrersi coi bassotti su e giù per il giardino.

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