martedì 12 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/583. In cammino nella città variabile come una stella

 

 


 

Dopo gli incontri silenziosi e casuali tra la riva del fiume e il sentiero che porta verso casa, raggiungiamo quello stato di pace dove l’anima è nuda e si offre allo sguardo delle stelle curiose. Affonda sempre più nel buio questa consapevolezza di essere in un cerchio che non è un insieme finito, ma infinito di possibilità e occasioni. Non sappiamo nulla di ciò che accadrà domani, nulla sappiamo neanche dell’oggi, perché possiamo conoscere il tempo e conoscerci, solo dopo che l’istante non è più tale, solo quando il filo è tirato nel telaio, solo quando la tessera turchese dell’angolo di un occhio è caduta nell’angolo speculare del mosaico che è la nostra memoria. Posso chiedermi, allora, se il tuo viso è lo stesso anche quando dormi e se le tue rughe si distendono quando smetti di scrivere e mi pensi.

La tua casa non sa che ti veglierò tutta la notte e scriverò anch’io per esserti accanto, perché sono i gesti ripetuti e vicini, gli stessi gesti che, pur nella lontananza, definiscono l’ombra di questa intimità che il giorno non contiene.

Poi continuo a camminare, incrocio un cane che saltella accanto al padrone, una bambina che pedala forsennata sulla sua bicicletta rossa e una madre che si fa portare da un monopattino piccino che, di certo, non le appartiene. Sono i piccoli dèi senza nome che custodiscono i gesti della vita quotidiana, ogni istante è un dio o una perdizione e il fuoco risponde al tuo richiamo.

 

 

La fiamma bianca e calda di una vita solitaria

 

Come la foglia si stacca dall’albero,

così anche noi ci lasciamo per

non ritornare, sappiamo che è

sempre così, il tempo ha una sola

direzione in veglia. Ma nel sogno

e nel ricordo evochiamo il passato,

nel sogno e nell’immaginazione

evochiamo il futuro. Addio per

questa stagione, addio gridano

le nuvole al cielo, prima di cadere

in forma di pioggia su noi che

ancora stiamo camminando per

le strade vuote di questa città

variabile come una stella. Addio

canta il fuoco quando avvolge

in un tenero abbraccio la legna

matura, addio perché ti perderò

e perderò me stesso, saremo cenere

per sempre insieme. Così si compie

il destino della fiamma bianca e

calda di una vita solitaria.

 

 

Ho attraversato la città con la mia rete a strascico, sono rimaste storie, parole, mezze sillabe, poesie intere. Sono rimasti i silenzi dei bambini, gli sguardi dei cani e le foglie cadute. Sono rimaste parole di un vecchio romanzo, il titolo della poesia è, forse, una citazione da D.H. Lawrence. Così ho trovato le parole, così le parole mi hanno trovata.

Oggi è martedì 12 ottobre del secondo anno senza Carnevale e la Cronaca 583 profuma di caldarroste, legna e fuoco.

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