sabato 23 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/594. Un paesaggio non è solo un ricordo, è anche la cornice che il nostro sguardo gli ha costruito intorno

 

 


Non so perché ma mi accorgo spesso del tramonto perché sento un cane che abbaia in lontananza. Questo mi accade non solo nella città non più silenziosa, ma accadeva anche quando passavo l’estate in campagna, le vacanze di dicembre a Orta San Giulio o a Santa Caterina Valfurva. Il cane che abbaia è sempre per me una porta che si apre e in rapida sequenza vedo il paesaggio delle colline che si appoggiano alla Montagna Magna tra i comuni di San Marco Argentano, Fagnano Castello e Roggiano Gravina in Calabria, la cittadina di Orta e l’isola di San Giulio, la Valfurva con Bormio. Ma cosa accade subito dopo le immagini che tornano insieme all’abbaiare del cane in lontananza? Prima di tutto devo notare che le immagini non sono mai le stesse, variano le altezze, le angolazioni, il clima, l’intensità della luce, la vegetazione. Poi sono gli odori che tornano nelle narici: legna bruciata, fichi maturi, oleandri in fiore, castagne sul fuoco, neve appena caduta, temporale estivo. Così mi tocca riconoscere che interi mondi abitano tra le narici e gli occhi e se ne stanno acquattati in attesa di un cane che abbaia in lontananza. Quando sono a Milano, soprattutto in autunno e se non piove, insieme al cane, alle foglie che cadono, alla luce che scema, sono le prime note del Köln Concert di Keith Jarrett che accolgono nelle mie orecchie la notte che viene.

 


La musica che cambia e non cambia

 

Lo so, lo so che ogni

memoria è una costruzione,

per questo mi piace

vedere e sentire cosa

ci sarà di nuovo ogni volta

che un cane in lontananza mi

annuncia il tramonto.

Non è strano sapere,

quando ricordiamo, che

siamo lì in quello spazio

remoto e qui, proprio qui

nella nostra stanza, sedute

alla stessa scrivania dove

per la prima volta, secoli

fa abbiamo ricordato quelle

colline, i fichi maturi, la pioggia

d’estate e la musica che cambia

e non cambia a seconda se

mi lascio prendere dalla nostalgia

o dal desiderio di ascoltarla

una volta ancora.

 


Un paesaggio non è mai soltanto un’immagine, non è solo un ricordo è anche la cornice che il nostro sguardo ha costruito, è l’intenzione con cui abbiamo guardato, la caparbietà con cui vogliamo ricordare e scrivere. Non è vero Fiammetta, Maria Teresa, Letizia, Giusy, Lucia, Paola, Stefania, Susanna, Giorgio e Lorenzo, compagne e compagni d’avventura in questa esplorazione del paesaggio del romanzo?

 

Oggi è sabato 23 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 594 è barocca nelle intenzioni e razionalista nella stesura. Sta ancora camminando per Milano, alla ricerca di un nuovo punto di vista.

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