lunedì 25 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/596. Danzare intorno al fuoco, recitare poesie a memoria

 

 


La terra è sabbia, bianca, rosa, nocciola, grigia, in riva a mari e oceani. La terra è fango dopo la pioggia, è bello saltarci dentro come si faceva da bambini. La terra è nido dei semi, nutrimento degli alberi e dei fiori. Una delle esperienze più appaganti è mettere a dimora le piantine di pomodoro, basilico, zucchine, peperoni e melanzane, le insalate e le altre erbe aromatiche. È bello affondare le mani nude nella terra, sentire l’aroma che si sprigiona e l’invisibile legame con chi ha compiuto o sta compiendo i medesimi gesti, con quella stessa terra, in un altro tempo. La terra non malleabile la chiamiamo pietra, sasso, macigno, se è molto grande sarà una collina o una montagna. Con la terra impastiamo l’acqua per farne anche mattoni che con la pietra e il legno sono gli elementi di base delle nostre abitazioni. Se facciamo incontrare la sabbia al fuoco ecco che potrebbe nascerne del vetro, vetro trasparente che la luce attraversa sino ad arrivare alle foglie. Mi sorprende sempre sentire come gli elementi siano in profonda relazione tra loro e possano diventare oggetti per la creazione della poesia. Il poeta assomiglia all’alchimista perché crede nelle proprietà segrete della materia e nel potere evocativo della parola, così nascono le poesie, materia e parola che danzano intorno al fuoco delle immagini.

 

 

Nascere dove il fuoco starà bruciando

 

Il fuoco, proprio quel

fuoco, è acceso e brucia,

ci chiama a danzargli

intorno, presi nella vertigine

della materia e della parola.

Brillano tra le fiamme, solide

e fatte di vento, le immagini

che abbiamo raccolto come

le api fanno con il polline. Ora

è piena la nostra arnia, possiamo

sciogliere i dubbi e lasciare

alla poesia di indicarci una

nuova direzione, proprio ora

che ci siamo smarriti, proprio

ora che l’autunno soffia sulle

nostre fiamme e chiama

l’inverno a portarci nel luogo

bianco dove non siamo nati,

dove nasceremo se brucerà

ancora tutto questo fuoco

di scintille e immagini vere.

 

 

Ora è la stagione della semina e poi del riposo, la terra ha accolto i semi del grano, abbiamo raccolto la legna per affrontare l’inverno, guardiamo i melograni splendere, quasi pronti a essere raccolti e ci chiediamo quanto sarà freddo l’inverno che viene, quanto sapremo aspettare il ghiaccio e l’attesa, un’attesa fatta di molte immagini e di poche parole.

 

Oggi è lunedì 25 ottobre del secondo anno senza Carnevale e la sua Cronaca 596 danza intorno al fuoco e recita poesie a memoria.

Nessun commento: