venerdì 15 ottobre 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/586. La parola amore era la voce di un oracolo

 


 

 

Qui dove la pianura è piatta e sogna il mare, qui, proprio qui, dove c’era il mare in un’era che nessuno sguardo umano ha potuto cogliere. Qui, proprio qui, arriverà l’oceano, coprirà le terre emerse e di nuovo nessuno sguardo umano potrà darne conto. Scompariranno il legno, la pietra e il focolare. Nessuna casa potrà resistere e anche il vento sarà costretto a cambiare il proprio cammino, perché non ci saranno le città a deviarli, non gli alti palazzi, non le montagne, di cui resterà solo qualche cima e nemmeno un altipiano. La pioggia avrà lo stesso colore del mare, una tazza antica color ruggine galleggerà tra quelle onde e pesci preistorici torneranno in vita. Dove non ci sono terre emerse la specie a due zampe non sopravvivrà, inutile illudersi di un destino diverso. Saremo solo ricordi intrecciati alle alghe e i dorsi dei libri saranno diventati rifugio dei piccoli paguri fosforescenti. Non ci sarà più la riva dove ti fermavi padre, nessuno dei tuoi figli e nipoti avrà raccolto le tue spoglie, non ci saranno i tuoi occhi e il tuo naso nelle nuove generazioni e non ci saranno la tua bocca madre, né le tue mani. Nessuno nella vostra discendenza starà cercando di rubare la luce, nessuno si nasconderà dietro il fuoco, neanche quando l’orso e l’alce cammineranno fianco a fianco. Nessuno conoscerà più la parola della creazione e neanche i fantasmi cercheranno rifugio sull’isola. Perché non ci saranno né isole né casa, e senza case i fantasmi non possono ritornare a varcare la soglia di questa realtà.

 

 

 

Se le stelle dimenticano di custodire il tempo

 

Le profezie escono dalle

parole, ma le parole sono

povera cosa senza una

voce umana che le possa

pronunciare. Salde nella

bocca, aggrappate al foglio

queste sillabe autunnali che

il mondo avrà dimenticato

dopo che tu le avrai pronunciate,

dopo che io le avrò custodite a

dispetto delle ere e delle stelle,

perché tutto il tempo sarà

chinato a cercare la porta

della nostra casa.

 

 

È quasi impossibile immaginare un mondo dove non avremo presenza e voce, per questo fantastichiamo e teniamo salde le poche certezze che la luce ci insegna: leggere poesie in una lingua antica, dire il sale, dire il fuoco. Non avere paura, non guardarsi mai indietro.

 

Oggi è venerdì 15 ottobre del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 586 continua a vaticinare come fosse una Pizia e la città silenziosa un vaso che non riusciamo mai a riempire.

1 commento:

Michel BARBOT ha detto...

Beau texte automnal de notre chère poétesse !