martedì 10 novembre 2020

Cronache dall’anno senza Carnevale/247: una giornata piena, dove i sassi e le nuvole hanno lo stesso peso

 


Ce ne stiamo nelle nostre città come su un antico veliero senza timone e senza capitano.

Stiamo nelle nostre case come in gusci di noce se ancora riusciamo a guardare oltre le finestre.

Stiamo nelle case come in gusci d’uovo se nell’intimità delle mura abituali, cerchiamo la protezione da un mondo esterno che è diventato, all’improvviso, una terra selvaggia e sconosciuta.

In molti cercano di riportare l’ignoto quotidiano nella forma di qualcosa che è già accaduto, qualcosa di noto, di cui non avere paura.

Ma la paura cresce, diventa angoscia per molti, rende insonni le notti e faticosi i risvegli. Ma la paura è ciò che ci rende vigili e pronti a reagire.

Cerchiamo informazioni nuove senza sosta, ne abbiamo quante ne vogliamo, ma una descrizione di quel che accade non spiega nulla. Un commento non è un fatto, è solo qualcosa che viene dopo. Viviamo in un mondo di racconti, commenti e informazioni, ma di fronte a quanto sta accadendo intorno a noi, non siamo poi molto diversi dai nostri predecessori che hanno affrontato guerre, carestie e pestilenze giorno dopo giorno. Sono diventati pesanti questi giorni, sono di pietra e non d’aria.

 

È ora di dormire e piano respirare

 

Ha la testa piena di sassi questo

giorno senza pensieri, è andato

lento verso la sera e non si è

mai fermato a dire la stanchezza

o il rimpianto. Si congeda dalla

realtà con lo stesso slancio delle

rondini che tornano verso casa e

non hanno paura di sorvolare

tutta quell’acqua che noi diciamo

mare. Passerà sopra la distesa

di tutte le nostre parole e, infine,

approderà alla sua riva originaria,

dove il tempo non ha nome e

i sogni dormono accanto ai giorni

che sono stati, ai giorni tondi che

saranno. I sassi cadono accanto

alle foglie, è ora, è ora di dormire,

basta chiudere gli occhi e respirare

piano, leggeri come l’ape che

scende sul fiore.

 

Le anime sanno di non essere sole, sono i corpi che temono l’ignoto, soprattutto quando anche le parole sembrano naufragare.

Ma dobbiamo cercare in noi, nel profondo o in superficie, troveremo quel punto luminoso che è la fonte immortale della nostra vitalità. Lasciamo che il corpo, che è sempre il primo a sapere, si abbeveri a questa fonte di luce, lasciamo che i muscoli si tendano solo quando è necessario e che lo sguardo torni ad aprirsi sul mondo come se di nuovo fosse la prima volta che ciò accade.

Impariamo ad amare la necessità del corpo e dello sguardo, lasciamo libere le immagini di circolare in noi, di respirare e il giorno nuovo non avrà sassi nella testa, ma nuvole allegre tra le dita.

Questa Cronaca 247 è la bislacca figlia di una giornata piena di sassi. Oggi è martedì 10 novembre dell’anno senza Carnevale e le nuvole stanno portando alla mia riva nuove poesie. Quella di oggi è mia ed è inedita.




1 commento:

Daniela Raimondi ha detto...

Le tue meraviglie giungono sempre a lenire, a sorprendere per la loro levità e insieme, le loro profonde verità. Regali bellezza. Grazie.
Daniela Raimondi