Un lunedì è
sempre lunedì, il giorno più difficile, un giorno scuro e indisponente, oggi
più che mai.
Sento voci anche qui nel giardino ai piedi delle Montagne della Nebbia, sento i lamenti che si alzano e inseguono il vento.
Non posso fare altro che fermarmi ad ascoltare prima di uscire a raccogliere la legna e qualche ramo secco per accendere il fuoco.
Tutti sapevano il mio nome, ma non io, non io
Non era la solita mattina quando
mi
chiamarono per nome. Chi
poteva
saperlo, chi mi aveva
riconosciuta?
È la
stagione, è solo la stagione
mi sussurrò
il faggio, è la stagione
è solo la
stagione gridarono
le ultime
anatre in migrazione.
E si
aggiunsero le rane nello
stagno e poi
le pecore che
tornavano
dall’alpeggio, mentre
le stelle si
agitavano in cielo.
Tutti
sapevano il mio nome e io
sola, solo
io che mai mi ero mossa
dall’angolo
del mio giardino,
nell’ultimo
giorno scoprii quel
nome, il mio
nome.
Rosa
candida, silenziosa
e smemorata,
strumento di
un amore
ignoto, chino il capo
e guardo la
terra.
Mai più ci
saranno nuvole in
questo cielo
chiaro e vento
incerto,
questo sarà il mio
ultimo
compagno: un bacio
arrivato
sino ai miei petali
dischiusi.
Un bacio e
poi la mia caduta,
poi la terra,
il sollievo e un respiro,
il silenzio
abbracciato a me e
tutto intorno
al giardino.
Rientro in
casa, non accendo la luce elettrica ma le candele e poi il fuoco, ho bisogno di
poca luce, di una luce che sia antica e mi tenga salda nel tempo, una luce
rossa al centro e scura intorno, una luce vera.
Nelle brutte notizie di questa giornata registro con sgomento e dolore la morte di nonno Pepé, il nonno di Matilde, il padre di Laura, il marito di Nanni, il suocero di Andrea Mario. Un nonno supplementare per i miei nipoti.
Un mondo muore con ogni uomo e donna che ci lasciano, il tessuto della famiglia si sfilaccia, una porta si chiude di schianto, i vetri delle finestre vanno in frantumi. Si alzano i lamenti, altro non si può fare. Ascoltare il vuoto, accogliere il dolore, prepararsi per i giorni che verranno, i giorni che comunque verranno.
Oggi è lunedì 9 novembre dell’anno senza Carnevale, oggi ascolto e trascrivo nella Cronaca 246 le mute parole del mondo in fiamme, del mondo addolorato. La poesia Tutti sapevano il mio nome, ma non io, non io è mia ed è inedita.
Nessun commento:
Posta un commento