Dopo una giornata trascorsa sul lago il rientro in città
è sempre destabilizzante, soprattutto perché cambiano la qualità dell’aria e la
qualità del silenzio che qui è sempre un silenzio che se ne sta nascosto in
mezzo al rumore del traffico, a quello dei passi sul selciato e a quello delle
voci umane. Certi giorni, come oggi, mi sembra quasi che il silenzio se ne stia
a fluttuare nell’aria come avvolto in centinaia di bolle di sapone che
scoppiano quando sfiorano le parole che aleggiano nell’aria e le rivestono di
un abito nuovo. Le parole hanno bisogno di silenzio per tornare a scintillare e
continuare a librarsi come se fossero nuvole o farfalle. Dopo la giornata
lacustre sono andata alla Libreria delle Donne a cercare dei libri che mi
interessavano e mi sono fermata un po’ a chiacchierare con le ragazze. Quando
ho preso il tram per tornare a casa era già piuttosto tardi ed è successo
l’imprevisto, un incidente ha bloccato la linea tra corso Magenta e piazzale Baracca,
così il tram ha deviato dal suo percorso e ne ha intrapreso un altro che mi ha
portato in zone della città che non frequento molto spesso. A un certo punto
siamo sbucati ai piedi delle Tre Torri e una ventata di New York si è
installata nell’aria luminosa della sera mentre ai loro piedi si stagliava
l’ultima vestigia della vecchia Fiera Campionaria, cioè il Palazzo delle
Scintille, noto ai più soprattutto per essere, al momento, un hub vaccinale.
Così quel palazzetto in stile Liberty ha trascinato qui anche un pezzetto di
Parigi, quella vera e quella solo sognata o letta. Come la Parigi Atlantide del
meraviglioso romanzo Il testamento
francese di Andrei Makine che sto rileggendo. A parte Milano, sono proprio
Parigi e New York le mie due città preferite ed è stato bello averne il sentore
così all’improvviso. Quando sono arrivata a casa, alla fine, era già molto
tardi, ci ho impiegato più del doppio del tempo che il tragitto comporta di
solito, ma sono stata contenta di avere visto le città nella città in maniera
così inaspettata.
Le ombre che mi
seguono silenziose
Nella mia città ideale non
trovo solo interi quartieri
della mia città natale e
aspri paesaggi calabresi
che si nascondono con
i Navigli, dietro anse segrete
che solo io conosco. Ci sono
interi palazzi e vie di altre
città amate, di epoche diverse
e di diversi cuori. Forse anche
frammenti della mia ombra
che ho lasciato in quei
luoghi e che continuano
a seguirmi silenziosi.
Oggi è martedì primo febbraio del terzo anno senza
Carnevale e questa Cronaca 695 scintilla come Parigi ed è caotica come New York
e molto milanese come la mia città.
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