Alla ricerca di una normalità sempre più difficile, sconcertata come tutti per quanto accade in Ucraina, mi dedico alle faccende che mi ero ripromessa di fare. Scelgo oggetti, butto oggetti, mi fermo a ricordare con oggetti in mano che non so se tenere o eliminare. Poi vado al mercato di quartiere del sabato mattina con mio fratello e compriamo pollo arrosto, patate al forno, peperoni ripieni. Dal pizzicagnolo olive taggiasche denocciolate, olive greche, olive pugliesi e lupini di cui mia madre andava matta e che non mangiavo da anni. Sembra una giornata qualunque di pre-pandemia, c’è il sole, incontriamo persone conosciute. Scopro che la vecchia panetteria è chiusa per sempre e che non riaprirà. Sono qui, nella mia città, preparo il pranzo, scaldo un po’ di pollo eppure nelle orecchie sento il cigolio dei carri armati che avanzano e il fragore delle bombe che esplodono, troppa immaginazione come sempre?
Nel
pomeriggio inizio a seguire un nuovo laboratorio con Fiammetta, ritrovo vecchi
amici e un tema nuovo da affrontare con curiosità e passione. “Il romanzo del
paesaggio. Sublime contemporaneo” è un percorso dove andremo a esplorare,
osservare e narrare il paesaggio italiano a partire dall’osservazione di luoghi,
paesaggi e opere che suscitano emozioni sublimi o il sentimento del sublime. Il
paesaggio italiano è quanto di meglio ci sia al mondo, le tre ore filano via e
riesco a non pensare a cosa a accadendo in Ucraina. Dopo il laboratorio vado a
una prima visione privata del nuovo film di Valeri Finessi, Donnarte dedicato alla nota gallerista
Gigliola Rovasino che è presente. Una balda ottantenne sorridente e disponibile
che ha attraversato il secolo scorso a contatto con le avanguardie artistiche e
che ha gestito per anni la nota Galleria di Porta Ticinese che ho visitato pure
io. Tra le mostre da lei ospitate c’è n’è una che voglio ricordare: Solidarietà transatlantiche. La Mostra
Incessante per il Cile a Milano (1973-1977).
Per
arrivare nello studio di Alberto Calcinai che ospita la proiezione, prendo la
famosa filovia 90, la circolare destra, per un certo numero di fermate. Una
Milano antica si dispiega sotto i miei occhi e una volta di più sento quanto
sia grande il mio amore per questa città. Il film è davvero bello, emozionante
ritrovare le immagini di quella Milano che non esiste più. Il padrone di casa è
un noto fotografo e decine di sue fotografie adornano i muri, un altro elemento
di piacere estetico in una serata ben riuscita, dove il mondo reale del
presente è rimasto fuori dal perimetro delle stanze dove ho abitato in questo
strano sabato di fine inverno, il 26 febbraio del terzo anno senza Carnevale
con questa Cronaca 720 che sta girovagando nella notte in cerca di ispirazione.
Mi fermo qui stasera, perché nonostante tutta la bellezza che mi ha circondato,
continuo a sentire i carri armati e le bombe. La fotografia della Galleria fa
parte dell’archivio dell’artista Giovanni Rubino.
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