giovedì 17 febbraio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/711. Sentire il mondo con la gioia dell’essere bambini

 

 


 

Il paese dell’infanzia è un luogo fatto di luoghi, di profumi, di sapori. È un luogo di immagini, di sole, un luogo dove i genitori sono eternamente giovani, ci sono ancora i nonni e noi siamo solo bambini che corrono dentro e fuori dall’acqua in una giornata calda di agosto. Ma il paese dell’infanzia è anche un luogo di nebbia bassa, di cielo bianco, di un inverno infinito segnato dalle sirene delle fabbriche, dai giorni di scuola a guardare fuori dalla finestra e a vedere solo le cime degli alberi spogli e la pioggia che cade e cade.

Il paese dell’infanzia è un luogo nel cuore e nella memoria che coincidono in noi, anche se non tutti hanno questo desiderio di ritornare, forse perché non tutti hanno un tempo mitico dove le radici hanno fatto presa nella realtà e nel mondo e hanno dato all’albero dell’immaginazione il modo per crescere e potersi ripiegare su se stesso e nutrirsi della linfa della nostalgia e agitarsi al vento della memoria.

 

 

Dove affondano le radici del tempo

 

 

È un albero che ha radici

nel tempo, un albero fatto

di immagini, un albero dove

i sogni stanno appesi come

frutti maturi. Possiamo

sentire le radici, possiamo

immaginare il mondo

sotterraneo che le nutre.

Così come sentiamo che

soffia il vento del tempo

presente  e che ogni

istante scivola dalla corteccia

giù sino al terreno e cerca

dove fermarsi, cerca un modo

per tornare nel visibile se

la memoria ci avrà fatto

la grazia, se continueremo

a sentire il mondo con la gioia

dell’essere bambini.

 

 

Sto ferma sotto all’albero, sento le radici, le vedo affiorare, la linfa scorre veloce da loro al tronco, ai rami ancora spogli, alle gemme che iniziano a spingere. Oggi è giovedì 17 febbraio del terzo anno senza Carnevale e questa Cronaca 711 se ne sta meditabonda quanto me ad accarezzare il muschio sul tronco dell’albero.

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