lunedì 7 febbraio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/701. Il manto della prima neve le foglie degli alberi, così ci appare la carta

 


 

Riprendo il filo del discorso di ieri sulla carta, gli alberi e la luce. Lo riprendo perché ho iniziato a rileggere un piccolo libro prezioso di Junichiro Tanizaki, il Libro d’ombra:

“La carta, dicono, è invenzione cinese. Io posso dire soltanto che la carta occidentale altro non mi trasmette che l’impulso a usarla; se, invece, mi chino a osservare una carta cinese, o giapponese, a poco a poco mi sento invaso dalla quiete e dal tepore. La bianchezza stessa è diversa. Se la carta occidentale sembra respingere la luce, quella cinese, o giapponese, la beve lentamente, e la sua morbida superficie è simile al manto della prima neve. È una carta cedevole al tatto, e che si lascia piegare senza rumore. È placida, delicata, leggermente umida. Somiglia alle foglie degli alberi”.

Mi piace molto questo approccio sensoriale alla carta. Alla sua bianchezza, alla sua capacità di offrirsi alla luce, al suo silenzio.

 

Dal mondo dell’immaginazione a quello della carta

 

Tace la carta, tace quasi

sempre, tace se noi non

la stropicciamo tra le dita,

tace quando la lasciamo

intonsa, senza figure e

senza parole. Tace la carta

ma ci ascolta nel suo

silenzio millenario e nelle

molte forme in cui l’abbiamo

plasmata ci attrae a compiere

quel gesto della mano, a

impugnare una penna o

una matita e a consegnarle

immagini e versi che smettono

di essere solo nostri, che

smettono di esistere nel

mondo invisibile della

nostra immaginazione.

 

 

Dopo avere scritto questa breve poesia mi soffermo ad accarezzare il libro di Tanizaki, il quaderno su cui sto prendendo appunti e poi annuso i fogli, anche gli odori sono molto diversi. Questa Cronaca 701 di lunedì 7 febbraio del terzo anno senza Carnevale ne è incantata e ancora non ha deciso quale preferisce

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