domenica 27 febbraio 2022

Cronache dagli anni senza Carnevale/721. Dinanzi al foglio bianco, è un po’ che aspetto le parole

 


È domenica mattina, una mattina che immagino sarà interessante, visto che continuerò il laboratorio con Fiammetta. Mille e mille informazioni mi arrivano da tutti i media che vado a consultare, non riesco a farne a meno, l’angoscia sale insieme al senso di impotenza. Ma il tempo passa e vorrei che il mondo tornasse indietro, alla settimana scorsa, quando avevamo “solo” la pandemia da affrontare. Intanto che cerco uno spunto non guerresco per scrivere la Cronaca 721 di domenica 27 febbraio del terzo senza Carnevale e con la guerra, ritrovo questa poesia, una poesia che profuma di quiete e di serenità e tanto mi basta per oggi.

 

 

Mattina di febbraio

 

Dinnanzi al foglio bianco, è un po’ che aspetto

le parole. Che però non arrivano.

Non ottengo che, docili, si posino

sul quaderno e che dicano quel che ora

tento di dire: che questa mattina

il sole di febbraio gioca sopra

i tetti del quartiere, che in un cielo

così azzurro ci sono solo due

o tre nuvole bianche,

che suona mezzogiorno all'orologio

della parrocchia e allegro

un passero si posa all'improvviso

sulla ringhiera del balcone:

batte

le ali, saltella, col becco si liscia

le piume, guarda, inquieto,

di qua, di là, e, d’un tratto,

gaio riprende il volo nella luce del giorno.

 

 

Ecco la luce del giorno sta svanendo, arriva una nuova notte, per alcuni sarà l’ultima notte, alcuni di quelli che stanno cercando di sfuggire alla guerra e non ci riusciranno.

La poesia è di Eloy Sánchez Rosillo, tratta da Las cosas como fueron, traduzione di Francesco Dalessandro, Tusquets, 2004

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