domenica 28 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/357: come canta la primavera, come ritorna il cielo

 


 

Apro a caso il libro per cercare un’immagine o una parola: si presenta un vecchio forno dove stanno impastando il pane. Il profumo si diffonde intorno, io continuo a camminare.

Apro a caso il libro e un altipiano di nuvole in fuga si stende tutto intorno a me. È qui che nascono le nuvole e poi si lanciano sul mondo a portare ombra o temporali.

Apro a caso il libro per creare la gioia, mi basta anche solo la parola per evocare il ciliegio fiorito, la mela matura e la rosa appena sbocciata in fondo al giardino.

Il cielo non si ferma sopra le nuvole oggi, ma scende giù, giù fino all’orizzonte e copre la terra, pietoso mantello delle nostre disgrazie.

Il cielo non si ferma quando tocca il mare, azzurro e azzurro si scambiano di posto e le onde credono di essere nuvole e le nuvole credono di essere schiuma del mare.

Il cielo non si ferma neanche di fronte al mandorlo che sboccia e pretende siano azzurri i suoi fiori, almeno per oggi, almeno per questa stagione che si ripiega.

La terra canta mentre cambia pelle e lascia all’acqua tutto ciò che era gelo e neve, mi scotto le mani in quest’acqua che scorre e rido.

La terra canta mentre cambia pelle, gli alberi rabbrividiscono e sanno che presto sarà tempo di aprire i rami e di lasciare che le gemme tocchino, sfrontate, il cielo.

La terra canta mentre cambia pelle, il vento la guarda incuriosito. È lo stesso rito di ogni stagione, ma la cerimonia è nuova perché non ci sono folle a festeggiare.

C’è un albero che monta la guardia per impedire al gelo di riconquistare terreno, anche le pietre si ritraggono e non offrono la forma e la superficie che l’inverno rivendica nei suoi ultimi giorni.

C’è un albero che monta la guardia, proprio in riva al fiume, e guarda i pesci scivolare sotto la superficie verde e le ninfee nel piccolo lago che abbandonano l’attracco per cercare il luogo della nuova fioritura.

C’è un albero che monta la guardia e non mi ascolta, non vuole cogliere le sillabe umane che a lui suonano come balbuzie. Ha orecchi solo per il vento, è una storia d’amore antica quella tra loro, più antica ancora di quella tra acqua e fuoco che possono abbracciarsi sapendo che uno dei due soccomberà.

Dicono che marzo sarà un mese tremendo, dicono che sarà peggio, ma la primavera non sa nulla di tutto questo dire e sta scuotendo le vesti e il mantello per prepararsi al viaggio. Anche noi dobbiamo prepararci e accogliere questi giorni che stanno arrivando.

Ieri e oggi ho passato ore belle con Giorgia, Simone e Giulio, con Ilaria, Elisabetta e Roberta, con Martina, Rita e Francesca. E con tutti gli altri che sono nomi e volti e che con noi hanno respirato un’aria rarefatta di storie e di parole.

Questa è la Cronaca 357, di domenica 28 febbraio del secondo anno senza Carnevale, c’è una poesia imprigionata in questa pagina, ma la libererò un altro giorno.

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