venerdì 26 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/355: apprendisti delle stelle, narratori dei cieli

 


 

Da quando avevano iniziato a studiare le costellazioni, prima sulle mappe celesti, poi osservandole con il telescopio, erano state prese da una strana frenesia.

Le stelle più antiche avevano nomi di mitologia e leggende, quelle scoperte in epoche più recenti nomi che erano numeri.

E non era solo la bellezza di quei nomi e la precisione di quei numeri. Ciò che davvero le aveva rapite, man mano che si addentravano nello studio di una materia tutta basata sulla ferrea disciplina dello sguardo, era cogliere le relazioni e le interdipendenze tra i corpi stellari.

Ancora più grande fu il loro stupore di giovani e appassionate neofite, scoprire che alcune costellazioni non esistevano più perché erano state sminuzzate in gruppuscoli di minori dimensioni e più facilmente identificabili. La Nave Argo era tra queste, ed era anche l’unica delle 48 costellazioni originarie di Tolomeo, a non essere stata riconosciuta dai suoi successori.

Cassiopea scoprì con gioia che il nome che portava non era solo quella della superba e bellissima regina madre di Andromeda, ma anche il nome di una costellazione. Forse per questo le risuonavano familiari tanti di quei nomi e sempre, al primo sguardo, riusciva a identificare la costellazione che portava il suo nome tra migliaia di punti luminosi nel cielo notturno. Sua sorella Berenice era la custode della Chioma, la terza sorella era Andromeda, sorella e non figlia di Cassiopea in questa porzione di realtà.

In breve le tre sorelle mi avevano raccontato della loro comune passione ereditata dai genitori. Eravamo sedute in veranda, nella loro casa di fronte al mare e, dato che le stelle erano ancora invisibili, avevano srotolato sul tavolo diverse mappe per spiegarmi perché il cielo non fosse mai vuoto. Tutta la loro devozione si era però infranta contro un fenomeno oscuro. Perché nel cielo qualcuno o qualcosa stava facendo scomparire le stelle. E cosa accade quando una stella scompare? Il buio la sostituisce, gli astronomi cercano spiegazioni plausibili, gli innamorati sentono più tenue la benevolenza dell’universo sulle loro teste.

 

Era tutto nei tuoi occhi il nostro cielo

 

Un stella non è che luce

portata dal passato sino a

noi. È strano pensare che

Adriano, Cesare e Galileo

l’abbiano contemplata con

le stesse domande di Borges

nella penna. Poi sono arrivata

io, che leggo il cielo solo con

intenti poetici e non cerco

spiegazioni. Ci ho messo un po’

di tempo a capire che una stella

scomparsa non lo è per sempre.

Anche una stella invisibile contribuisce

a disegnare una mappa dove perderci

a ogni stagione. E il nome non

basta di quella stella, per avere

un cammino tracciato tra i marosi

della notte, quel tutto che nessuna

stella può scalfire, se non per piccole

intersezioni. Eppure era tutto nei tuoi

occhi il nostro cielo, anche per questo

io l’ho amato.

 

 

Dall’altra parte del tempo ci sono tre sorelle che disegnano mappe su mappe e fanno affidamento solo sulla potenza del loro sguardo. Stanno in una casa perduta nella brughiera e scrivono storie che non hanno bisogno di altri paesaggi per trovare il loro posto nel mondo. Loro che non sono più tra noi vivono in Jane, Catherine e Agnes.

A cosa servono le stelle, se non a raccontare storie d’amore? Le mie tre amiche annuiscono, portano con leggerezza il peso di quei nomi. Mentre siamo ancora intente a parlare, arriva Alexandre con un dono: una mappa stellare dove sono rappresentate tutte le stelle scomparse di cui si ha notizia. Sono sul confine degli universi quelle stelle -  ci dice il nostro misterioso architetto che sta costruendo la Casa delle Stelle – ma questo non significa che non potremo rivederle, basterà scoprire i loro nomi segreti. La mappa di Alexandre è disegnata su carta pergamena trasparente, quando la sovrapponiamo alla mappa delle costellazioni circumpolari che sono visibili tutto l’anno nel nostro emisfero, gli spazi si vanno a riempire e il cielo diventa d’un colpo più grande. Ho imparato molti nuovi nomi oggi, ho imparato che dietro una piccola notizia – sono sparite cento stelle nel cielo – sta sempre acquattata una storia da raccontare e, spesso, anche una poesia.

Oggi è venerdì 26 febbraio del secondo anno senza Carnevale. Era tutto nei tuoi occhi il nostro cielo, è una nuova poesia che ho scritto oggi per questa Cronaca 355.

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