domenica 14 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/343: la quiete che placa lo sguardo e disseta il respiro

 


 

Paesaggio dopo paesaggio, sento che il mio sguardo ha trovato la sua dimora e mi sdraio a guardare il cielo, e mi sdraio a cercare nelle nuvole forme animali, e mi sdraio a contare le stelle.

Niente fermerà questa sosta, niente verrà a interrompere questa fusione. Nessuna voce coprirà il mio silenzio, nessuna voce consiglierà un movimento.

 

Questa profondissima quiete

 

Non ci sono barriere o confini

in questa terra imbevuta di

luce. I bambini giocano nei

campi e si nascondono in

quell’ombra liquida che disseta

i girasoli. Il canto delle cicale

copre ogni pensiero, apro gli

occhi e intorno solo il gelo di

una domenica infinita e il tuo

sguardo che domina questa

profondissima quiete.

 

 

Vite su vite si affastellano, come quando si impasta la farina con l’acqua e poi si ritorna, movimento dopo movimento, a una nuova forma, a un diverso spessore.

E ho impastato così tanto che non vedo più il confine tra il tuo paesaggio e il mio. Tutto il mondo visto e quello sognato, stanno nel nostro sguardo.

Così le immagini si sfilano e, nitide come fotografie, vanno a popolare il mondo intorno e noi sappiamo che ci sarà una mattina in cui ti vedrò attraversare il prato e sorridere, senza bisogno di aggiungere nulla alla voce del vento che soffia sull’altipiano.

Oggi è domenica 14 febbraio del secondo anno senza Carnevale e questa Cronaca 343 ruota intorno alla poesia come il sole fa con la terra. Questa profondissima quiete è nata dal silenzio della sera.

Nessun commento: