sabato 6 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/335: ciò che è stato e ciò che sarà dove il fiume scorre tranquillo



Sapere che tutte le ombre dormono dove la luce si ritira, sapere che la luce dorme per lasciare spazio alle ombre. Sapere che ogni cosa veduta ora vive in me, sapere che non potrò rivedere ogni cosa, né ricordare ogni cosa, perché l’eccesso di memoria porta alla follia. Imparare a dimenticare per poter continuare a vivere e, al contempo, continuare a esercitare la memoria.

Sul confine incerto tra memoria e oblio si susseguono i nostri passi e l’equilibrio è un passo di ballerina che si innalza sulle punte e piroetta.

Vedo le ombre danzare sul muro in fondo al giardino e pallide voci nel vento commentano e commentano quel che io non riesco a vedere.

È una giornata stanca oggi, il cielo è bianco, i rumori attutiti, ma non c’è silenzio neanche quaggiù. Sento vite scorrere tra rabbia e rassegnazione, altre tra paura e indifferenza.

Le nostre vite iniziano come allegri ruscelli in montagna e poi, via via, si mescolano con altre vite, con il mondo, con altre storie.

 

Ciò che è stato e ciò che sarà

 

Guardo il fiume scorrere

tranquillo, riconosco ogni

singolo corso d’acqua che

si è unito, tempo dopo

tempo. Riconosco l’acqua

piovana, più trasparente

dell’acqua sgorgata nella

polla, riconosco il verde

delle alghe e lo separo da

quello degli aghi di pino.

Niente è solo quel che sembra,

nessuno è solo quel che sembra.

Sono provvisorie le nostre

forme, abbiamo vissuto sul

dorso del dinosauro, abbiamo

bevuto l’acqua di Giulio Cesare,

siamo stati il legno della grande

Caravella che ha portato Cristoforo

Colombo a cercare una terra solo

immaginata. Nella neve di San

Pietroburgo abbiamo sentito i

passi di Čechov mentre inseguiva

le immagini della sua dannazione.

Siamo stati inchiostro nella

penna di Borges e siamo stati

il vento delle suole di Rimbaud.

Abbiamo respirato le onde  e

visitato il faro di Virginia Woolf .

E abbiamo cercato la Nuova

Zelanda in Costa Azzurra in

compagnia di Katherine Mansfield.

Tutto questo non è solo un racconto,

è vero ed è reale ed è solo un momento

tra l’istante della creazione e l’occhio di

Dio che accoglierà il nostro riposo.

Così è stato e così sarà, così sia.

 

Basta un minimo movimento a sconvolgere l’ordine delle cose nel tempo. Così torno sui miei passi e vedo le luci della Casa delle Parole accendersi. Ogni anima ha il suo rifugio, ogni sera una coperta e ogni inquietudine un fuoco acceso.

Questa è la Cronaca 335 di sabato 6 febbraio del secondo anno senza Carnevale. La poesia è inedita, scritta per questa Cronaca che sente la pioggia correre nel cielo.

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