mercoledì 24 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/353: dove la luce della neve risplende nella corteccia delle betulle

 




La prima stella della sera saluta il pastore che torna al suo capanno, le bestie docili che governa lo precedono, il cane lo aiuta a tenerle a bada, è tempo di chiudere il mondo fuori e di occuparsi del mondo dietro quelle mura di fango e paglia imbiancate a calce. La luce della lampada illumina la stanza insieme alla luce che proviene dal focolare, dove in una pentola bolle una zuppa di erbe e patate. Altre erbe sono appese alle travi e, insieme alla paglia nel sacco che fa da materasso, profumano l’aria di primavera, anche se sono erbe dell’anno passato. Intanto che la zuppa cuoce, il pastorello, perché di un bambino si tratta, apre il cassetto del tavolo ed estrae un quaderno e un lapis.

“Ho visto anche oggi la prima stella della sera, ne conservo tante in queste pagine. Quando saranno abbastanza disegnerò la mia costellazione e potrò guardarla anche di giorno se ne avrò voglia. La costellazione che sta sopra il mio capanno è molto bella, ma la mia costellazione avrà molte più stelle”.

Il giovane pastore chiude il quaderno, sono passate almeno dieci estati da quando lo abbiamo incontrato la prima volta. Ora sta aiutando il misterioso architetto che costruisce la sua casa infinita ai piedi delle Montagne della Nebbia e ha idee molto precise su come disporre le stelle della sua costellazione sul soffitto della grande stanza decorata con le stelle binarie. Lasciamo il giovane pastore che si chiama Marius a lavorare insieme ad Alexandre, il nostro misterioso architetto.

Il cammino tra la Casa delle Stelle e la Casa delle Parole è piacevole, un po’ in discesa e attraversa parti del bosco che sono ancora spoglie, ma che già portano i segni della primavera imminente su ogni ramo.

Quando entro in casa una visita inaspettata mi sorprende e mi riempie di gioia. Roxanne è venuta a trovarmi. È impetuosa e sorridente. Non ci mette molto ad arrivare al motivo principale della sua visita improvvisa. Nei suoi numerosi bagagli spicca un bauletto di ciliegio intarsiato. Lo apre ed estrae fasci e fasci di fogli. “Sto mettendo a posto i miei manoscritti, stavo pensando di smettere di scrivere. Sono bloccata mia cara amica, continuo a essere una grande lettrice, ma forse sbagliavo nel credere di essere una scrittrice. Ti consegno tutte queste carte, fanne ciò che vuoi”. Le sue affermazioni mi stupiscono, mai avrei pensato che un giorno l’avrei sentita pronunciare simili parole. Allora la invito a sedersi accanto a me sul divano, prendo un fascio di fogli tenuti insieme da una molletta di legno chiaro e inizio a leggere.

“Cadeva la neve ed era quasi sera, le betulle risplendevano nella luce fioca del giorno e accoglievano i fiocchi come fossero stati piccoli gioielli. Brillavano anche alla luce delle lampade sulle slitte le betulle, e io sapevo che tutta quella luce sarebbe rimasta nella loro corteccia e che, con l’arrivo dell’estate, l’avrebbero restituita allo splendore del mondo”.

Dal suo viso capii che, pur conoscendo quel brano avendolo scritto, risentirlo le dava quel senso di estraniamento che prende gli scrittori quando hanno lasciato andare le proprio parole a collocarsi proprio dove dovevano andare. Mi sorrise: “Capisco dove vuoi arrivare. Dai, mangiamo e poi ti racconto meglio”.

Così questa sera la Cronaca 353 è una storia delle Montagne della Nebbia e le amicizie risplendono come quelle betulle che stanno aspettando la primavera. Oggi è mercoledì 24 febbraio del secondo anno senza Carnevale.

Nessun commento: