lunedì 1 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/330: due donne sedute su sedie d’ombra, una pietra, una foglia

 



L’uomo corre, grida, si addormenta e sogna. La fanciulla è seduta accanto a sua madre, ma sente il grido e fugge, fugge via. Per andare dove? Per seguire quale richiamo tra le parole sconnesse che lui ha pronunciato?

Così arriva sulle rive silenziose la fanciulla che ha compreso il grido, vede l’uomo addormentato e gli si adagia accanto.

 

Il canto della ninfa dormiente

 

Tutti vedranno il nostro sonno e

penseranno che ti ho seguito a

causa di una tua malia. Invece,

invece, mio signore delle pietre,

ho solo riconosciuto il luogo dove

sei andato, perché l’ho visto in

sogno e tu pure eri lì già in sogno

e addormentato. Sembrerà al

mondo che io pure stia dormendo,

ma le tue grida mi hanno svegliata

e portata in quella dimensione che

solo con te potrò esplorare. Tocco

la pietra bianca e sorrido. Lei arriverà

a raccoglierla e ci terrà nelle sue mani

a coppa, come si fa con un uccellino

da proteggere o quando la sete ci

sconvolge a tal punto da avere bisogno

solo di acqua fresca e delle nostre

mani. Dormi ora, dormi fanciulla e

aspetta, ci sarà un risveglio in un

giorno qualunque e insieme tornerete

dalla madre che ancora tesse e fila.

Mentre la pietra raccoglie il vostro

canto e spezza l’attesa con i piccoli

frutti rossi che si palesano sui rami,

come se la primavera fosse solo un altro

sogno da chiamare ad alta voce.

 

Sono tornata in riva al ruscello, oggi pomeriggio, e ho ascoltato la pietra dire la sua nuova storia. Dormono, dormono ancora i due innamorati e la pietra veglierà il loro sonno e io veglierò la pietra. E questa Cronaca veglierà la Poesia e la Poesia sarà la custode, la prescelta, la predestinata.

Non scegliamo la pietra, è la pietra che sceglie noi. Così come non scegliamo le storie, ma sono le storie che accadono a chi saprà raccontarle.

Questa è la Cronaca 330 di lunedì primo febbraio del secondo anno senza Carnevale. Il canto della ninfa dormiente è una poesia inedita che ho ascoltato in riva alle acque smeraldine che mi chiedono di tornare anche domani.

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