giovedì 11 febbraio 2021

Cronache dagli anni senza Carnevale/340: i lampioni coricati e i matti della letteratura russa

 

Ci sono giorni in piedi, come questo che volge al termine. E ci sono giorni seduti, la maggior parte. E ci sono giorni sdraiati dove la pigrizia e il riposo prevalgono.

I giorni in piedi hanno confini segnati da lunghe passeggiate il mattino molto presto, prima di lavorare e il tardo pomeriggio, quando la luce scema e la notte torna nel suo ovile fatto di città e lampioni.

Oggi un lampione, nella via principale del mio quartiere, ha iniziato a oscillare e inclinarsi, subito dopo che ci sono passata sotto con mio nipote Marco, sino a che si è fermato formando un angolo ottuso con il marciapiede. In diversi abbiamo chiamato il pronto intervento. Un uomo accorto, ha deviato il flusso del traffico verso l’altra via percorribile. Tante persone hanno continuato ad avvicinarsi e a guardare con il naso all’insù e a scattare fotografie e girare video di quanto stava accadendo. Dopo un po’ sono arrivati i vigili del fuoco e i vigili urbani, un cavo di sostegno è stato tagliato. Il traffico impazzito a causa del blocco ha dato l’impressione che fossimo quasi a Natale. Ma c’era il sole e l’aria era tiepida e non pensavo a niente se non all’oscillazione di quel palo che stava cercando di coricarsi. Cosa potrebbe essere accaduto? A maggio dell’anno scorso ci sono stati due blackout durati il primo cinque ore e il secondo l’intera giornata nel corso della stessa settimana, sono stati fatti scavi per cercare il guasto. Sotto quella via passa la metropolitana, sono stati fatti scavi negli anni Sessanta del secolo scorso, ma il palo è molto più recente. Nel vecchio quartiere della Maddalena, ora De Angeli, il fiume Olona scorreva libero fino agli Trenta del Novecento. Ora è sotterrato, motivo per cui Milano è una città senza fiume. Hanno scavato anche per costruire le discese facilitate dai marciapiedi, tantissimi anni fa e, cercando in Rete, ho scoperto che a dicembre del 2020 un altro palo dell’elettricità è caduto nella via parallela a quella odierna e una donna è rimasta ferita. Cosa sta accadendo nel sottosuolo? Qualcuno se ne sta interessando? Così la città non più silenziosa affronta le piccole emergenze che ci riportano in una vita quasi normale, se non fosse per le mascherine. Poi all’imbrunire sono andata a fare un giro in Feltrinelli e ho comperato 3 copie di un libro che adoro e alla cui realizzazione ho contribuito tra il 2019 e il 2020.


Il repertorio dei matti della letteratura russa
, curato da Paolo Nori e pubblicato da Salani, raccoglie piccole storie, immagini e sogni tratti da romanzi e racconti russi. Il mio contributo sta in 6 frammenti presi dai racconti di Anton Cechov, storie tristi e allegre allo stesso tempo, ecco che ne scelgo una per chiudere le divagazioni quotidiane, una Cronaca tutta Cronaca, con la poesia chiusa in casa a meditare.

 

624. Il cappotto e l’ombrello

Uno era un pope e aveva una fede tale che quando, in tempo di

siccità, usciva per le campagne a chiedere la pioggia, si portava

dietro l’ombrello da acqua e il cappotto di pelle, perché sulla via

del ritorno la pioggia non lo inzuppasse.

 

Questa è la Cronaca 340 di giovedì 11 febbraio del secondo anno senza Carnevale, anche se pare che da qualche parte lo si festeggerà. Ma le notizie sulle mutazioni del virus, sembra che esista una variante milanese, sono sconsolanti e il piano vaccinale va a rilento. E, a meno che il virus non decida di ritirarsi a vita privata, continueremo a stare lontani e a girare mascherati.

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