Ha un cuore di ghiaccio la regina, e mani di ghiaccio, e
occhi di ghiaccio. Dorme anche se dovrebbe essere sveglia in questa stagione.
Dorme perché ovunque vada, le persone sono chiuse in casa e neanche il suo gelido
richiamo riesce a riportarle fuori. La stagione ormai sta finendo e perché
dovrebbe continuare a preoccuparsi quando dovrà aspettare ancora mesi e mesi
per ritornare a splendere?
Tutto è azzurro intorno a lei, anche la neve e il
ghiaccio hanno preso quella sfumatura che il cielo rilascia quando il sole si
allontana dalla terra. L’unica situazione in cui è la lontananza a rendere
evidente l’amore tra la stella e il suo pianeta.
La guardo a lungo, continua a dormire tra le rocce e i
pini dove ha stabilito la sua residenza terrestre. Quando il calore inizierà a
spezzare il ghiaccio sulla sua pelle e sul fiume, allora si alzerà, richiamerà
il carro trainato da quei cavalli argentei che rispondono solo al suo richiamo
e, accompagnata dai fedeli lupi, tornerà nel suo regno, quello dove passa la
maggior parte del tempo e noi creature umane possiamo visitare solo per andare
a cercare storie e a portarle un dono dalle stagioni che lei non potrà mai
vedere.
Le stagioni sono quattro sorelle nate dall’amore di un
astro, il sole, con un pianeta, la terra. Ognuna di esse può visitare la realtà
terrestre solo una volta all’anno e rifugiarsi per il resto del tempo nella
nostra immaginazione, di sicuro, o in un altro piano della realtà, dove tutto è
trasfigurato e noi possiamo raggiungerle sia in veglia che in sonno.
Continua a dormire la regina delle nevi e dei ghiacciai,
i lupi la vegliano e mi portano sue notizie, soprattutto quando lei sogna e
loro condividono quel sogno e sono gli animali-guida, quelli che sanno sempre
riconoscere la strada per il ritorno.
Ha uno sposo la nostra regina addormentata? I lupi dicono
di sì, che l’hanno visto, è un antico sapiente dalla barba d’argento e dagli
occhi chiari. Anche lui condivide i sogni e insieme scrivono quelle favole che
i bambini umani amano leggere di notte, quando tutte le luci sono spente.
Ninna
nanna del bambino insonne
Dormi, dormi mio bel bambino,
dormi sino a che non sarà giorno e
l’oscurità trascinerà altrove il suo
mantello. Dormi, dormi amore mio,
dormi tutte le notti che avremo insieme,
dormi perché un sogno è meglio di questa
solitudine. Dormi, dormi mio bel
bambino, dormi sino a quando il sogno
non sarà compiuto e una sola aria avremo
respirato. Dormi, dormi e lasciami passare
tra le porte tra i mondi che appena conosco,
dormi e sogna il gatto accanto al focolare.
Dormi, dormi, mia creatura della notte,
dormi tutto il buio, dormi le ombre e poi
dormi la luce. Dormi e svegliati ancora
accanto a me.
Saluto la regina addormentata, forse tornerò a trovarla. Torno
sui miei passi, calpesto le mie orme che affondano ancor di più nella neve. Sveglia,
sono sveglia, ma la ninna nanna mi spinge piano verso il focolare, dove dorme
il gatto e dove le creature del sogno si scaldano le mani.
Questa è la Cronaca 352 di martedì 23 febbraio del
secondo anno senza Carnevale. La ninna nanna mi è venuta in mente laggiù nella
radura, forse è solo un sogno della regina addormentata.
Nessun commento:
Posta un commento