giovedì 12 marzo 2020

Cronache dall'anno senza Carnevale/4: le voci del silenzio


Pensiamo al silenzio come all'assenza di rumori, suoni e voci. Soprattutto all'assenza della voce umana perché quando siamo immersi nella natura è la mancanza di una voce che fa emergere quel che chiamiamo silenzio ma che è, invece, l’esaltazione delle voci che non sono le nostre. Al mare sentiamo lo sciabordio delle onde, ed è una delle voci del silenzio, in campagna lo stormire delle fronde attraversate dal vento, e il silenzio ha la voce degli alberi e il vento la voce delle foglie.
Si confondono coi nostri sensi le voci della natura. In un giardino estivo senza creature umane che parlano, il silenzio ha la voce delle api che ronzano intorno ai fiori, dei frutti maturi che cadono a terra, del canto degli uccellini che segue un ritmo misterioso che ci trasmette allegria, del frinire inarrestabile delle cicale che esalta la luce e il calore del sole.
Ed ecco, quando scende la notte, pare che tutto si taccia all'improvviso. Anche il vento diventa più delicato e sommesso, i grilli rimpiazzano le cicale, le stelle erompono dal tetto oscuro del cielo e a volte sembrano diamanti, a volte occhi che ci stanno fissando. Il volo notturno delle lucciole ci incanta e ipnotizza, gli uccelli notturni danno forza alla voce del silenzio, le falene adombrano le luci artificiali, sentiamo il nostro respiro, il nostro respiro che è una delle voci del silenzio.
Anche quando siamo in città il silenzio ci parla con le sue molteplici voci. Il passaggio delle auto che si dirada è una voce del silenzio, le voci umane che tacciono in casa sono una voce del silenzio. Quindi il silenzio si manifesta per sottrazione, laddove vengono a mancare le onde sonore, il silenzio si manifesta, ma questa mancanza diventa per noi umani una gioia che ci avvicina al nostro essere profondo e alle divinità in cui crediamo. È un doppio movimento quello del silenzio, verso il basso e verso l’alto, in un’esplosione dei sensi che ci rende più vivi. Perché non solo ascoltiamo con più intensità la nostra voce interiore e la voce del creato, ma anche la vista, il tatto, il gusto e l’olfatto diventano più acuti, come se la mancanza di onde sonore permettesse alle altre onde invisibili dell’universo di raggiungerci e attraversarci, farci risuonare più vivi che mai.
Anche nella poesia il silenzio si manifesta per sottrazione. Se la pagina bianca è un silenzio incorrotto, la parola agisce e lo smussa, lo orla, lo incide. Le parole hanno bisogno di quel foglio bianco per emergere dal silenzio, le parole hanno bisogno della voce umana tanto quanto noi abbiamo bisogno di loro. La Torre di Babele, la confusione delle lingue, i toni alti e bassi, i trucchi e le fughe del nostro linguaggio umano sono condizione necessaria alla nascita della poesia.
Una poesia nasce con l’accodarsi delle parole su un foglio bianco e il bianco resta amorosamente intrappolato in una forma nuova.
Una poesia nasce quando le parole hanno un ritmo che è il respiro della poesia che non è mai sorda.
Una poesia nasce quando metafore e similitudini moltiplicano la resa delle immagini e la loro bellezza.
Una poesia nasce quando i silenzi del foglio bianco migrano nei silenzi delle pause tra parole e sillabe.
Non bastano il pathos, l’espressione delle emozioni a fare di una lista una poesia.
Il silenzio è ombra delle parole, le voci del silenzio sono ombra del nostro stare al mondo.
Ognuno di noi è un silenzio, come ha scritto José Saramago, ed esiste un silenzio ulteriore dietro il silenzio come scrive Danilo Bramati nella sua poesia Dietro ogni silenzio, che dà il titolo all'omonima raccolta uscita nella collana Il passo di Efesto di Atì editore nel 2017.


Mai, in verità, ho raggiunto
le soglie estreme del silenzio.

Mai, mai, neppure
quando ascoltavo il grande platano
sillabare nella nebbia,
quando tacevo con gli amici,
con la gente.

C’è un silenzio oltre quel platano,
un silenzio oltre il silenzio.
Guardo il cielo che si oscura:
in ogni stella una stella tace.

1 commento:

Unknown ha detto...

Il silenzio ci spaventa perché fa emergere il vuoto che c'e in noi. Il silenzio può aiutarci a scoprire la profondità del nostro essere... La nostra essenza. Grazie x aver condiviso con me il tuo scritto.