Credo di avere letto ormai centinaia di appelli a favore
della lettura e decine di post nella mia bolla FB dove vengono postati i libri
del cuore, le citazioni preferite, gli elenchi degli scrittori preferiti.
Possiamo quindi dedurre che i libri siano – e lo sono per la
maggior parte dei nostri concittadini – un oggetto misterioso che deve essere
scoperto ancor più che riscoperto. Noi che amiamo i libri ci confrontiamo e ci
compiacciamo della nostra vita di lettori, siamo gente fortunata.
E i non lettori? Cioè circa 59 milioni di italiane e
italiani? Come fanno a vivere senza libri? Le alternative sono centinaia –
dallo sport alla cucina dalla televisione ai social – e non leggere per loro non
credo costituisca un problema. Loro da bambini non hanno avuto la fortuna di
una famiglia o di un insegnante che li spingesse a leggere, noi sì.
Ho iniziato la mia carriera di lettrice in prima elementare
con il sussidiario Chiarocielo che
finii di leggere a poco più di una settimana dall'inizio della scuola. Avevo
iniziato a leggere e scrivere l’estate precedente, a partire dall'alfabeto,
dalle vocali, dai nomi di famiglia ai nomi delle cose comuni. Avevo riempito
quaderni e quaderni di aste e bastoncini che poi non avrei dovuto ripetere a
scuola, cosa che mi dispiacque moltissimo perché adoravo quella disciplina di
scrittura.
Ci volle, però, la seconda elementare perché mi arrivassero
i primi libri che avrebbero segnato il mio percorso. Ricevetti in dono da mio
padre il vocabolario Zingarelli e il Livro de poemas di Federico Garcia
Lorca. Il primo mi impressionò perché conteneva tutte le parole del mondo e io
ne conoscevo ancora pochissime, così iniziai a leggerlo in ordine alfabetico, e
non credo di essere l’unica al mondo ad avere compiuto questa impresa, e ad
applicarmi nell'apprendimento delle parole nuove. Il passo successivo furono le
ricerche fatte sull'Enciclopedia Rizzoli Larousse, si proprio quella verde
smeraldo con le bande nere e con le scritte e i fregi in oro. Così riuscivo a
mettere in atto quella mia precoce passione del copiare i libri come fossi
stata in convento di cui raccontavo ieri. L’altra dimensione del piacere della
lettura venne dalle poesie di Garcia Lorca, non capivo le metafore a sette anni
e mio padre mi disse che un giorno avrei capito quelle poesie e che mi
sarebbero piaciute. Ricordo l’effetto del cuore grondante sangue e miele, della
lumaca avventurosa, della notte scura abitata solo dalle stelle e da una voce
d’amante. Qualcosa di profondo, primigenio, originario risuonò in me, non
capivo la poesia ma la sentivo. E scoprendo via i poeti che la scuola dell’obbligo
ci concedeva, arrivai a scrivere la mia prima poesia, inedita e che tale
resterà, sull'arrivo della primavera a quindici anni. Non ho mai smesso di
leggere poesia, non ho mai smesso di scriverla, ma di questo parlerò in un
altro momento.
I libri mi hanno accompagnata per tutta la vita e sono amici
imprescindibili. Gli appelli a riscoprire la lettura implicano un messaggio che
forse non è così immediatamente evidente. Se dobbiamo riscoprire qualcosa è
perché lo abbiamo perduto. La vita che facciamo, almeno nei grandi centri
urbani – di sicuro a Milano, ci spossessa delle nostre passioni e del tempo
lento, privato e silenzioso che la lettura esige. In questo periodo, non
dovendomi muovere per andare in ufficio, recupero quasi due ore al giorno che
posso dedicare alla lettura.
Stare in compagnia dei libri è un po’ come stare in
compagnia dei fantasmi. Quelli che abbiamo già letto fanno riaffiorare ricordi
non solo delle storie ma anche di chi eravamo noi nel periodo in cui leggevamo.
Da sempre ho l’abitudine di sottolineare e segnare con cerchi, stelle, onde e
linee rette i libri che mi stanno piacendo. Scrivo anche i riferimenti,
titoletti, altri libri e autori da cercare, citazioni che poi metterò sul blog.
A volte ci scrivo anche poesie e poi le copie sul quaderno. A volte scrivo
pensieri subitanei che in quelle pagine restano. Come mi piace leggerli a
distanza di anni. Quando vado in giro per mercatini e librerie dell’usato se
trovo libri sottolineati e appuntati me ne innamoro subito, perché penso che un
pezzetto dell’anima dei lettori precedenti è rimasta in quei segni.
Con tutte queste ore in più di vita ho iniziato a fare una
cosa che mi pareva impensabile fino a pochissimi giorni fa. Sto esplorando le
librerie un ripiano alla volta, tolgo i libri, li spolvero, li sfoglio, decido
quali libri resteranno con me e quali troveranno altri luoghi dove esprimersi.
Neanche cerco più di venderli. I libri che so che non rileggerò mai più li
regalerò alle mie amiche che so che non li hanno letti e molti andranno anche
nella mia biblioteca di quartiere. Quello che non interesserà ai bibliotecari e
alla biblioteca, finirà sul davanzale dello scambio.
Così potrò immaginare che i miei libri faranno compagnia
anche ad altre vite e altre case.
E che noi lettori siamo “la compagnia dei libri”, avanziamo
nel mondo sventolando copertine come vessilli e citazioni come grida di battaglia.
Buone letture a tutti noi!
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