sabato 14 marzo 2020

Cronache dall'anno senza Carnevale/6: vento largo e calma di mare

Mare, madre. Solo una lettera d vi separa, solo la punta della lingua che si apre sui denti. Posso evocarvi entrambi mare e madre, vi vedo con gli occhi del ricordo in un tempo che è stato. So che rivedrò il mare ma non te madre.
Amavi il mare più di ogni altro luogo, mi dicevi che da bambina stavi ore e ore sdraiata sugli scogli perché avevi problemi alla schiena e dovevi prendere il sole. Non hai mai imparato a nuotare perché, molto piccola, avevi rischiato di affogare, spinta sott’acqua da tua sorella Franca e dalla sua amica Sabellina. Sapevi vincere la paura, però, ed entravi in acqua fino alle spalle e attaccata a un salvagente provavi la leggerezza del galleggiare. Non volevi che nessuno si avvicinasse, come quando lavoravi sul tuo terrazzino alle piante che crescevano rigogliose al tuo tocco. Ho imparato ad amare il mare con te e mio padre, da sempre, da quando piccolissima mi lasciavo sprofondare con gli occhi aperti, quando ho rischiato di affogare, proprio come accadde a te, nel canale che un terremoto recente aveva allargato e io sono finita sotto il canotto e ho visto le alghe e qualche anguilla che mi girava intorno. Mi piaceva il silenzio di quei momenti, quando l’acqua e la pressione facevano scemare i rumori del mondo di sopra. A entrambe piaceva fare un ultimo bagno prima di andare a mangiare, quando il mare e la spiaggia già si erano svuotati. Ci piaceva anche passeggiare il mattino prestissimo, solo noi due, parlando sottovoce e ascoltando la voce delle onde. Ricordo una passeggiata a Villapiana, erano solo le sette del matitino e noi a piedi nudi. Mare, madre, quelle passeggiate calabresi le abbiamo ripetute a Marcelli di Numana, a Sestri Levante e a Pietra Ligure. Quando ci svegliavamo molto presto, senza che nessuno ci dicesse che era l’ora giusta, infilavamo il costume, il prendisole e le ciabattine e giù in spiaggia. Una mattina a Sestri sono andata a fare il bagno da sola mentre tu ti preparavi, non c’era nessuno nella Baia del Silenzio e affacciata dal balcone solo tu che mi osservavi. È uno dei ricordi più vividi di te d’estate, la tua stagione più di ogni altra. Ricordo l’acqua fresca, le onde piccole, il vento, i gabbiani, l’odore di sale e resina, la boa cui mi aggrappavo per lasciare che i pensieri fossero trascinati al largo dal vento sottile. La sera, la terrazza dell’albergo diventava un ristorante all’aperto, scendevamo sempre prestissimo perché ci piaceva sederci il più possibile vicino alla spiaggia e guardare la luce che scemava e l’argento che ricopriva ogni cosa di una patina lucente prima che il buio avesse il sopravvento.
Sei vasta come il mare, madre e altrettanto imprevedibile, i tuoi pensieri portati dal vento come le nuvole, i tuoi desideri sussurrati ai pesci e mai rivelati a nessuno, neanche a me.
Non ti piaceva raccontare di te e il poco che so della tua vita prima che io nascessi l’ho dovuto tendere e tirare dal tuo gomitolo di ricordi e di parole discrete. C’è però qualcosa di rassicurante nel sapere che mai, comunque, sarei potuta arrivare a scoprire chi tu sia stata fino in fondo.
Amavi i fiori, soprattutto le rose, amavi la luce piena del sole e impastare la farina per farne pasta e focacce. Riconoscevi i tessuti al tatto, senza guardarli e i nomi di tutti i colori. Ho imparato da te cosa sono il percalle, il velluto, il piqué, lo shantung di seta, il lino, il cammello, la lana, il jersey, il pizzo, la gabardine e lo chiffon, l’organza e il taffetà. Dalle tue mani uscivano abiti meravigliosi che prima disegnavi, modellavi e poi cucivi.
L’arte della trasformazione era tua, tua la bellezza di cui ti circondavi.
Acqua, mare, vento, fiori, i tuoi capelli fini, le tue mani forti madre. Alle tue mani ho dato l’ultima carezza, ho preso la tua e la porterò con me per affidarle alle onde.
Sarà una spiaggia il luogo dove ci ritroveremo e non avremo bisogno di parole.
Mi prenderai le mani e io ti sorriderò. Saremo due donne della stessa età, l’età che sceglieremo.
Lì nel luogo dove riposano tutti i venti.

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